Gli sterminati campi della normalità, romanzo d’esordio dello scrittore americano Nick Burd, racconta la storia di Dade Hamilton, il classico bravo ragazzo romantico, amante della poesia e dei mercatini vintage, che si innamora perdutamente di Pablo Soto, la star della squadra di football americano del liceo. Ufficialmente fidanzato con Judy, Pablo non accetta la sua omosessualità e costringe Dade a una relazione clandestina. Pablo è feroce con Dade, gli fa scontare tutta la sua rabbia e infelicità.
Sulla quarta di copertina leggo che il New York Times ha parlato di questo romanzo di formazione come di uno dei più belli e importanti del 2009 e Peter Cameron, autore di Un giorno questo dolore ti sarà utile, ha definito Burd un alchimista che “sa trovare la magia in quel che è ordinario”. Ed è così, questi sterminati campi della normalità scintillano alla luce della luna.
Ci sono tante cose che brillano in questo romanzo: i personaggi, assolutamente verosimili, struggenti e feroci come solo gli adolescenti sanno essere, le ambientazioni, i dialoghi. Ma è soprattutto la scrittura a brillare. E brilla per capacità di messa in scena, di dire ‘mi fai schifo’ e ‘ti amo’ senza mai dirlo davvero, a parole. È questa la grande lezione di Nick Burd, che fa di questo romanzo un libro importante. Raccontare una storia d’amore non è mai facile.
Una storia come quella di Dade e Pablo, poi, lo è ancora di più. Decidere di metterla in scena è un atto di coraggio e di fede nella scrittura e nelle sue infinite possibilità.
Buona lettura!