Claudia Colaneri conduce laboratori di scrittura collettiva per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che può succedere in un normale incontro:
Una delle cose più divertenti, ma anche rischiose, che può fare un bambino è colorare un disegno.
Il rischio è di far uscire il colore fuori dai bordi. Lo dicono i grandi.
Pare che, se lo fai, significa che hai sbagliato e se sbagli, perdi l’amore, rimani solo e muori.
Però loro ti danno lo stesso il foglio, i colori e ti dicono: “Tieni, divertiti!”
Nonostante questo, non bisogna smettere di colorare.
Solo alcuni sanno disegnare, ma certamente tutti sanno colorare.
Perché ogni disegno nasce col diritto di essere colorato e a tutti dovrebbe essere riconosciuto il diritto di poterci provare. Ognuno con i propri mezzi.
I mezzi più pericolosi sono i pennarelli, perché hanno l’inchiostro che gli scorre nelle vene. E per colorare bene con quelli, bisogna sputare sangue.
La vernice è pericolosissima perché quando apri il barattolo, è puzza colorata; quando la metti sul muro, è colore che puzza.
I colori a cera danno fastidio, perché una volta sul foglio, si grattano. Quelli ad olio, sono simili, ma più conditi.
I pastelli vanno capiti: la loro punta può darci gioie, dolori o grandi soddisfazioni.
Ma vanno curati e temperati.
Colorare rilassa, soprattutto il cielo, i prati e gli alberi; ma quando giri giri giri, tiri fuori il pastello e la punta resta dentro al temperino, giri il foglio e fai il corridoio di Shining.
I mandala servono a tenere la gente seduta e non mandarla in giro a fare danni.
Colorare è un gioco divertente, soprattutto perché quasi sempre puoi farlo a piacere. La cosa più interessante sarebbe riuscire a colorare a piacere le bandiere delle nazioni, scambiando tutti i colori, almeno una volta all’anno.