Il 1945 è un anno importante per Jorge Amado: come deputato del Partito Comunista del Brasile viene eletto membro dell’Assemblea Nazionale Costituente e si trasferisce nella capitale. È infatti a Rio de Janeiro, capitale del Brasile dal 1763 fino al 21 aprile 1960, che si stanno avviando i lavori di stesura della Costituente. Jorge Amado si stabilisce in una tenuta rurale nella regione della Baixada Fluminense, nell’area metropolitana di Rio de Janeiro, insieme alla sua seconda moglie Zélia Gattai, conosciuta in quello stesso anno a São Paulo in occasione del primo congresso degli scrittori brasiliani. È nella sua casa di campagna di São João de Meriti che avviene il piccolo miracolo, scatta la scintilla, la luce di intuizione decisiva per una convergenza più profonda e meno deliberatamente ideologica delle sue due passioni, la letteratura e la politica. Amado è l’autore della clausola rigida che in quella Costituzione del 1945, “a clausola pétrea”* (disposizione non emendabile) rivendica la libertà religiosa e di culto nel Paese. Quella clausola esprime in forma sub-liminare l’impegno intellettuale e politico di Amado rispetto alle istanze delle classi subalterne, profondamente legate ai culti afro-brasiliani. Nel 1945 lo scrittore sta anche scrivendo il suo nuovo romanzo, Seara Vermelha (traduzione italiana, Messe di sangue, Garzanti) pubblicato dalla Editrice Martins nel 1946 alcune settimane prima che la Costituzione del Brasile venga promulgata. Il romanzo, che riporta nel suo incipit tre citazioni di articoli della costituzione, ha con la norma un fondamentale punto di contatto: racconta il dolore di venir privati della libertà di un culto avvertito come appartenenza profonda, radice di identità e di affetti. Jorge Amado, dichiaratamente ateo, qui narra appassionatamente anche la ribellione di movimenti mistici, che si uniscono alle rivolte di cangaceiros, disperati che si mutano in banditi durante lunghe migrazioni in territori desolati. Seara Vermelha è ancora un’opera segnata da intenti ideologici e politici e dall’immancabile conclusione palingenetica in cui, con un atto di fede nella vita e nell’umanità, la ribellione e la ricerca di uguaglianza sociale si fanno strada trionfalmente. Avviene però già il piccolo miracolo, la scintilla che permette a Jorge Amado un’evoluzione, un salto verso una rappresentazione artistica più matura, che sarà propria della successiva produzione di romanzi popolari. Compare, in nuce, la tematica futura e la sua missione: il riscatto culturale della tradizione afro-brasiliana, della dignità di una identità culturale dapprima negata e poi marginalizzata.
Il Brasile ha infatti proibito a norma di legge, fino a buona parte degli anni trenta del novecento, tutte le riunioni che portavano il nome di samba, terreno di resistenza della cultura africana in epoca coloniale e post-schiavista, unica maniera per raccontare la propria storia. In quelle riunioni clandestine si praticava il culto sincretico del candomblé, si condivideva la cucina, le bevute, le tradizioni, si componeva, si suonava e danzava samba, ci si sfidava a capoeira, si raccontavano i miti e le fiabe africane così dense di sensualità. Le stesse che le cuoche e le governanti nelle cucine di tutto il Brasile bianco continuano a raccontare ai bambini affidati alla loro custodia.
È in quel 1945 che Jorge Amado si esercita a raccontare l’origine negata da un Brasile che si ostina a credersi bianco e erede unicamente della tradizione colta e europea, di un cattolicesimo osservato alla lettera e nega il suo debito verso la cultura africana di cui pur pratica quotidianamente costumi e filosofie. E lo rende erede di una tradizione atavica che non pone distanza tra il corpo e il sacro. Che saranno i temi e i contenuti dei successivi romanzi di Jorge Amado. Una coscienza e un orgoglio identitario che sono e restano via d’uscita e capacità di salvezza del Brasile resistente.
* Clausola pétrea. Constituição brasileira promulgada em 1946 “É inviolável a liberdade de consciência e de crença, sendo assegurado o livre exercício dos cultos religiosos e garantida, na forma da lei, a proteção aos locais de culto e a suas liturgias.”Jorge Amado.
Nella foto dell’articolo Jorge e Zélia incinta di João Jorge, nella casa di São João de Meriti, 1947