Claudia Colaneri conduce laboratori di scrittura collettiva per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che può succedere in un normale incontro:
Lo scemo parla col muro e gli dà ragione.
Il matto, invece, parla con lo specchio per avere ragione lui.
Il pazzo, pensa di essere quello dentro allo specchio.
Il cretino parla con la suocera sperando di avere ragione.
L’imbecille parla, credendo di capire quello che sta dicendo.
Lo stupido, invece, capisce quello che dice ma non quello che gli viene risposto.
Il fesso si fissa sulle fesserie.
Lo sciocco è come lo scemo, ma più spettinato.
L’idiota mette gli occhiali, sperando che gli facciano capire quello che vede.
Il mammalucco, lo capisce solo la madre.
Il babbeo, ascolta i concetti, ma li mastica poco.
Il broccolo, non li digerisce proprio.
Il tonto ha un pensiero solo che gira su se stesso.
Lo stolto, un pensiero solo aveva, e gliel’hanno tolto.
L’ottuso, per pensare, tende a sdraiarsi.
Al deficiente manca la risposta.
All’ignorante manca la domanda.
Questa è la dimostrazione che non siamo noi che dobbiamo capire la realtà;
ma è la realtà che deve capire noi. E le occorre pure tanta pazienza.