Tra le metafore che utilizziamo alla Scuola di Scrittura Genius una delle mie preferite è quella che chiamiamo “le regole del gioco”: qualunque cosa tu stia scrivendo dovresti sempre far capire al tuo lettore quali sono le regole del gioco. Come quando giochi a Burraco o a Monopoli. Tutti i giocatori devono sapere cosa si può fare e cosa non si può fare. Quindi nella tua storia quanto più quello che vuoi raccontare si discosta dal reale tanto più devi essere accorto a spennellare le linee guida che permetteranno a chi ti legge di immergersi nel tuo mondo. Quindi se scrivi una storia fantasy che ha come protagonisti tre elfi che vogliono impossessarsi del cappello di uno spaventoso mago per utilizzare il potere che si acquista una volta indossatolo non dovresti poi far unire alla banda dei tre elfi anche due alieni venuti da Marte. Non dovresti lasciarti andare a digressioni sul fatto che lo spaventoso mago indossa delle calze a rete e dei tacchi alti 15 centimetri, a meno che tu non voglia fare una storia Queer. Non dovresti poi far incrociare il cammino dei tre elfi con un vecchio sindacalista Cgil che si chiama Cofferatus, a meno che i tre elfi non si chiamino Fassinus, Dalemus e Prodius. Le regole del gioco devono essere chiare e non devi aggiungere complicazioni inutili alla tua storia. Ecco, adesso, se uno volesse raccontare una storia ambientata in questo preciso momento dovrebbe cambiare tutte le regole del gioco.
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