Claudia Colaneri conduce laboratori di scrittura collettiva per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che può succedere in un normale incontro:
Per fare una casa ci vuole per prima cosa il citofono col tuo nome ed è quello che fa la differenza tra casa tua e una qualsiasi.
Dentro la casa ci trovi il calore di persone vive, ma devi comunque pagare il riscaldamento.
Quando la casa è vuota ha le stanze, quando ci metti i mobili diventano camere.
Dentro casa nulla è fermo, per esempio i mobili si chiamano così perché si spostano: il letto ha i piedi; il tavolo ha le zampe e le sedie le gambe. Il water ha addirittura il piedistallo perché ci si fanno cose importanti. Quello non si sposta perché resta lì dove c’è bisogno.
I letti matrimoniali non sono a castello per una questione di equilibrio; però possono avere il baldacchino, che è una specie di teatro col sipario, quando vuoi far vedere a tutti quello che ci fai dentro.
Nonostante questo, ci sono persone che non riescono a stare in casa, fanno su e giù con le scale e l’ascensore e danno fastidio. Il via vai da fastidio, quelli che “viavanno” non sanno dove andare a rifugiarsi e allora stanno in giro a viavare. Dovrebbero uscire una volta sola e fare tutto insieme invece di andare su e giù per le scale. La legge dice che fare rumore per le scale è reato e poi ti entrano i ladri a casa, ma almeno quelli non fanno rumore.
Anche quelli che ci dicono che ci dobbiamo comportare bene danno fastidio, perché spesso, se non lo facciamo, è perché non ci rendiamo conto. E se viene qualcuno a rendere conto, da fastidio, perché uno vuole continuare a non rendersi conto, in pace per conto suo. Chi dice di comportarsi bene è convinto di rendersi conto di quello che fa, ma tanto i conti non tornano mai.