Claudia Colaneri conduce laboratori di scrittura collettiva per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che può succedere in un normale incontro:
“Ragazzi, come pensate di prevenire questa influenza, resterete a casa?”
“Non è facile decidere, perché il rischio è confondere la paura nei confronti delle persone malate con la paura della malattia. Spendiamo più energie a tenere lontani gli altri, piuttosto che a combattere la malattia.
Le malattie diventano pericolose solo quando non si capisce come vanno curate.
Gli scienziati sono quelli che inventano le medicine e noi le usiamo come spade e scudi per combattere le malattie. Ma nel momento in cui ti ritrovi disarmato di fronte a un virus, tiritiri, cioè ti acchiappi e ti riavvolgi.
Quando sei chiuso così, a palletta, sei convinto che ti stai proteggendo; in realtà, ti pari solo davanti, perché potrebbe sempre arrivarti qualcosa alle spalle. Se tiritiri, stai proteggendo solo una parte del tuo corpo, non la tua vita. Perché la vita non è solo un corpo, per esempio i morti hanno un corpo ma non la vita. La vita è fatta di corpo, mente, spirito, anima, ma non basta ancora, perché ti può anche funzionare tutto: il corpo, la mente e tutto il resto. Ma perché sia vita ti serve tutto il resto del mondo.
Quando tiritiri non hai più paura per te, ma continui ad aver paura per il mondo. Perché se finisce il mondo, a che ti serve essere in salute? Di fronte alle malattie diventiamo egoisti, ma la vita è un gioco dove se si perde, si perde tutti insieme; non può vincere solo uno, perché morirebbe di noia.
E stai sicuro che ne uccide più la noia, dell’influenza.