Un momento delicatissimo nella realizzazione di un libro è quello dell’editing. Non sottovalutare mai questo momento. Quelli che sanno fare davvero bene questo lavoro non sono molti, sceglieteli con cura. Il bravo editor tende a non sovrapporsi mai all’autore; ad assecondarne, entro certi limiti, le scelte di scrittura. Cerca di non essere troppo “intrusivo” nei suoi interventi. A me ne sono capitati quasi sempre di ottimi. L’editor è di solito uno scrittore a sua volta, o un critico, o un redattore editoriale con una sensibilità letteraria e molte letture sulle spalle. Non sempre l’autore (soprattutto fra gli esordienti) è contento che si faccia un /editing/ sul suo libro; teme che il proprio testo sia meno “suo” se ha subito un editing. Gli autori sono però gli ultimi a poter giudicare il proprio lavoro per quanto ne sono imbevuti e saturi, posso dirlo per esperienza. Un occhio esterno è quindi indispensabile.
“Caledonian Road” di Andrew O’Hagan – traduzione di Marco Drago (Bompiani)
Una storia senza innocenti o vincitori, ma solo persone ferite che riescono a farcela con quello che resta dopo un evento drammatico destinato a essere uno spartiacque nelle loro vite.