Un altro consiglio: non buttarsi troppo giù quando si riceve un rifiuto editoriale. La vita (carriera) di uno scrittore è punteggiata di rifiuti. Se si dovesse farne una tragedia ogni volta la vita diventerebbe un inferno. Bisogna farci il callo e trarre dal rifiuto il maggior vantaggio possibile. Cioè facciamoci sempre spiegare il rifiuto dettagliatamente. Cerchiamo di capire perché il nostro romanzo è stato rifiutato. Il rifiuto può dipendere da molti fattori e non soltanto di tipo letterario. Cerchiamo di espungere dalla risposta (dio che brutto verbo!) le ragioni che ci interessano per “crescere”, per migliorare il nostro romanzo. Quelli che giudicano il tuo lavoro di solito sono bravi, ma non infallibili. Anche loro possono sbagliare. Quindi fidiamoci sì, ma facciamo anche qualche verifica presso coloro di cui ci fidiamo, (i propri Maestri). Può anche darsi che nel loro giudizio rientrino anche questioni ideologiche, le peggiori, per chi scrive. Di solito chi ti giudica ha un profilo simile al tuo, magari è anche lui scrittore o comunque accarezza sempre l’idea di diventarlo, prima o poi.
Dentro la lampada
Il tocco
“Le dico mamma non toccarmi. Niente. Che fastidio ti dà? mi dice”. E con le mani continua a scavare nella carne del figlio.