C’è un posto, tra i boschi, dove l’unico rumore che senti è quello della polvere che ti carezza i piedi mentre ti avvicini. Una grande casa di mattoni e travi di legno che credo sia un’astronave aliena. Una di quelle un tempo pilotate da esseri superiori. Al suo interno gli exraterrestri hanno lasciato alcuni esemplari del loro pianeta a convivere con individui appartenenti alla nostra specie. Distinguere alieni dai terrestri è difficile e si cade sempre in errore. L’astronave si trova nelle campagne della Toscana e prende il nome di Fondazione Alice. Ufficialmente è una casa di accoglienza per i disabili e per le loro famiglie. Quello che tutti riconoscono come capo si chiama Simone Ciulli. Passa la gran parte delle sue giornate qui, prendendosi cura di Alice e Lollo. Alice, sua figlia, una bimba di 5 anni nel corpo di una ventenne. Lollo, un ragazzone che non parla, ma emette tanti suoni gutturali per farsi capire. Loro due sono i disabili mentali, gli autistici, ma potrebbero essere i due alieni lasciati qui a studiarci. O forse sono umani così meritevoli che l’intelligenza superiore proveniente da un altro pianeta ha deciso di far vivere proprio loro insieme a un gruppo di alieni. La Fondazione Alice è un’astronave dove se hai una qualche forma di disabilità puoi essere ospitato insieme alla tua famiglia senza pagare. Si basa sul volontariato di aliene come Simonetta, Barbara o Gabriella. Una colonia marziana che crede che ascoltare chi non usa i soliti modi per comunicare sia più efficace di tante e troppe pasticche. Saporite, rassicuranti, rapide. In quest’astronave vige la fede nella calma e nei sorrisi che permette a tutti di sentirsi a casa anche con un cuore alieno o un cervello ribelle.
Gli alieni Dentro la lampada:
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