Dieci errori da non fare quando si scrive in vacanza

È arrivato finalmente il momento delle vacanze: tempo libero, tranquillità, voglia di scrivere... o no?

1 – Aspettare le vacanze per scrivere. Il primo errore è proprio quello di rimandare il momento di cominciare al giorno in cui inizieranno le ferie. Se porti con te una scrittura già avviata sarà più facile continuarla, altrimenti ti trovi di fronte alla pagina bianca che ti strizza l’occhio e ti dice: «Ci facciamo un bagno? Porti tu le pinne?».

2 – Dire agli altri che stai scrivendo. Comunicare al mondo di essere uno scrittore è molto più gratificante della pratica della scrittura in sé. Quando cominci ad atteggiarti con un taccuino in mano, sulla spiaggia o in montagna, lo fai per richiamare l’attenzione ma quasi inevitabilmente l’ispirazione, che è un mostro geloso, scomparirà.

3 – Imitare il libro che stai leggendo. In vacanza porti sempre almeno un libro che non hai potuto leggere durante l’inverno. E se non l’hai letto un motivo c’è: non ti piace. Qualcuno ti ha detto che è importante, assolutamente da conoscere. Hai cominciato più volte, senza andare avanti dopo le prime dieci pagine. Però vuoi sentirti dire da chi conta che anche il tuo è un romanzo da non perdere. Rischi di scrivere la brutta copia di un libro che non leggeresti.

4 – Rinunciare a divertirti per scrivere. Li vedi che si sorridono, che si gettano nelle onde, che vanno a scalare la montagna dei gelsomini profumati, che passano il tempo giocando al biliardino o a ping pong, che ballano nella discoteca del villaggio, che approfittano della notte per amoreggiare e poi raccontarselo al mattino. E tu stai lì che scrivi, cancelli, riscrivi, ricancelli, butti, recuperi… Insomma, se a fine vacanza non avrai scritto un capolavoro, rischi di aver pure perduto la felicità delle piccole cose.

5 –  Giocare sul telefonino per rilassarti. Il vero nemico dell’aspirante scrittore è un orsetto simpatico che fa scoppiare delle palline, o qualcosa del genere. I giochi sul tuo smartphone non solo ti distraggono quando non sai cosa scrivere, diventano una trappola nella quale caschi sempre. A fine giornata non hai scritto nemmeno un paragrafo ma hai raggiunto un gratificante nuovo livello di Toon Blast.

6 – Litigare su cosa sia la letteratura. Alcuni dei tuoi contatti sui social sono scrittori e critici, gli hai chiesto l’amicizia proprio per questo! Arriva sempre il momento in cui uno comincia a dire, che so?: soltanto chi sa usare per bene il punto e virgola è degno di essere considerato un grande autore. D’inverno lasceresti perdere; ma d’estate hai tempo e litighi con tutti tutto il giorno; e di notte; inzeppi il tuo testo; di punti; e virgola.

7 – Pensare che un altro cocktail ti aiuterà. L’ispirazione non viene, il testo non scorre, le parole languono, fa troppo caldo, la testa è vuota. Hai bisogno di un aiuto: una bella sorsata di menta, rum e ghiaccio. E se una non basta, fai fare un altro cocktail, magari un Cuba Libre. A quel punto non scrivi più ma discuti con Hemingway su quale sia il calibro giusto per la caccia ai liocorni.

8 – Scrivere al sole sullo smartphone. Decidi di usare il tuo telefonino o il tuo tablet per non rovinare il quaderno con il calore e l’umidità della spiaggia. Hai mai provato? Io sì. Non si vede niente, devi accucciarti su te stesso per creare un po’ d’ombra, la sabbia ti sporca le dita e impedisce di scrivere per bene le parole, il sudore macchia lo schermo. Vai a fare un bagno, va!

9 – Ambientare le tue storie nel luogo dove vai in vacanza. Quando scrivi e hai negli occhi il mare o la montagna, Bali o le isole greche, Cortina o Ladispoli, un po’ di quello che vedi s’infila nel tuo testo senza che tu te ne accorga. Così le metafore che usi diventano adatte a un vecchio marinaio o a un alpinista, le descrizioni sembrano quelle di un tempio buddista e tutti parlano con l’accento di Arzachena. Peccato che la tua storia si ambienti alla Garbatella.

10 – Pensare che adesso hai tanto tempo. Finalmente libero dal lavoro, puoi dedicarti a scrivere, ma visto che hai molte ore da riempire decidi di cominciare il pomeriggio quando sarai ben sveglio. Poi però dopo pranzo fa caldo, ci sta bene un riposino. Ed è subito sera. Meglio cominciare domani… Se avere tanto tempo libero facesse di qualcuno uno scrittore, il principe Carlo d’Inghilterra sarebbe Proust.

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Paolo Restuccia

Scrittore e regista. Cura la regia della trasmissione Il Ruggito del Coniglio su Rai Radio2. Ha pubblicato i romanzi La strategia del tango (Gaffi), Io sono Kurt (Fazi), Il colore del tuo sangue (Arkadia) e Il sorriso di chi ha vinto (Arkadia). Ha insegnato nel corso di Scrittura Generale dell’università La Sapienza Università di Roma e insegna Scrittura e Radio all’Università Pontificia Salesiana. È stato co-fondatore e direttore della rivista Omero. Ha tradotto i manuali Story e Dialoghi di Robert McKee e Guida di Snoopy alla vita dello scrittore di C. Barnaby, M. Schulz.

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