Claudia Colaneri conduce laboratori di scrittura collettiva per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che può succedere in un normale incontro:
Heidi è una bambina con le gambe corte e scalza, che vive dentro un cartone.
È povera, perché le sue caprette non fanno il latte, fanno “Ciao”.
Ha una mamma morta; un papà, morto e una nonna, morta pure lei. Una strage.
Heidi sta sempre sulla cima della montagna col nonno, che dorme su una sedia a dondolo per paura di morire. Il nonno costruisce slitte, ma ne deve fare tante perché quando ne lancia una sulla discesa, poi quella non torna su.
La casa di Heidi è fatta da due camere: una è il bagno.
Heidi è sempre nervosa perché dorme su un materasso di paglia che puncica.
Ha un amico, Peter, chiamato così perché mette i petardi dentro le caprette, per arrivare prima al pascolo.
Se Heidi ha il nonno; Peter c’ha la nonna, però non sono fratelli.
Heidi e Peter stanno sempre in giro da soli a combinare guai, mentre il nonno e la nonna stanno a casa a fare il formaggio insieme.
Heidi, non va a scuola, ma il nonno le insegna tutto, per esempio le ha spiegato che il latte esce dalle pupille delle capre.
Un giorno, Heidi è partita per andare in una scuola in città, dove ha incontrato un incrocio tra una zitella e un doberman: la signorina Rottermaier.
Heidi odia la scuola perché ci si deve andare con le scarpe, ma poi fa amicizia con Clara che non aveva amici perché stava su una sedia a rotelle ed era troppo ricca.
Heidi porta l’amica in montagna, vicino a un burrone, quella si alza dalla carrozzina e perde la 104.
La storia di Heidi non insegna niente di speciale, però si guarda volentieri, la mattina, mentre fai colazione.