Claudia Colaneri conduce laboratori di scrittura collettiva per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che può succedere in un normale incontro:
Noi, dentro, siamo fatti di felicità, tristezza e contentino.
Quando siamo felici, ci sentiamo fioriti;
quando siamo tristi, ci sentiamo invasi dal catarro.
Felicità e tristezza ci nascono da dentro, ma c’è una cosa che non produciamo da soli: il contentino.
Il contentino ha un sapore che, quando lo prendi, sembra che sorridi, in realtà è una smorfia.
Il contentino può essere orale, scritto, manuale, teorico o pratico; in ogni caso ci viene offerto per coprire il gusto di una delusione o di una fregatura.
Il contentino è sempre scontato, perché ormai ce lo aspettiamo, ma anche perché arriva già svalutato.
Appena accetti il contentino, quello ti entra dentro, si appiccica al cuore e lo stordisce.
In questo stato, non riesci più a capire se sei triste o felice, ti senti solo contentino. Se ti accontenti del contentino, puoi andare avanti per anni, con quella smorfia di finta contentezza. Alla fine ti comporti da contentino e ti convinci che è meglio quello che niente. Non senti più i fiori né il catarro, hai solo la tua smorfia di sorriso. Meglio quella che niente.
Eppure, staccando il contentino dal cuore, ricominceremmo ad andare a una giusta velocità. Potremmo fiorire o tossire catarro liberamente, perché il contentino sarà pure meglio di niente, ma di sicuro è peggio che vivere veramente.