In un webinar sul tempo e lo spazio nella scrittura, abbiamo proposto alcuni esercizi. La partecipazione è stata altissima, tanto che abbiamo deciso di pubblicare i racconti più riusciti.
L’esercizio che pubblichiamo oggi chiedeva questo: Pensa a un personaggio in un particolare ambiente (è in una libreria? È chiuso in macchina incastrato sulla tangenziale?) Poi crea un passaggio dimensionale: un portale… che trasporta il tuo protagonista in un mondo parallelo o una dimensione alternativa. Descrivi, con gli occhi del protagonista, come questo luogo differisce dal mondo principale.
Giovanni entrò nel cimitero del Verano seguendo le indicazioni che le aveva fornito sua sorella. Si trovò nel viale secondario e fu accolto dal paesaggio monumentale: la maestosità secolare dei cipressi e delle altre specie botaniche che circondavano tombe e cappelle dalle architetture maestose.
Subito senti l’imponenza e la sacralità del luogo.
Arrivò al loculo murario dove erano deposte le ceneri di suo padre. Il loculo si trovava dentro una grande rientranza muraria coperta. Sui tre lati dei muri, a sinistra, di fronte e a destra, trovavano sepoltura altre urne inserite in loculi su tutti i lati da terra fino alla copertura.
Il loculo di suo padre era sul muro di fronte in basso a sinistra.
Riconobbe subito la foto sorridente di suo padre. Notò che il loculo a differenza degli altri era il più spoglio, non c’era neanche un fiore, una piantina. Era pulito, era stato tumulato da poco.
Si guardò intorno e vide che gli altri erano pieni di fiori, piantine di varie misure. Alzò lo sguardo.
Anche in alto c’erano catenine, cuoricini, ricordi di vite passate insieme, fotografie, peluche e fiori.
Tornò a guardare suo padre, una lacrima gli scese dagli occhi. Non aveva fatto in tempo a parlare con suo padre né a partecipare al funerale, era rimasto bloccato a New York. Fu preso da un senso di abbandono. Lì non c’era niente che ricordasse una vita passata insieme, neanche un fiore.
“Adesso suo padre sarà contento, guardi che tripudio di colori. Che bello questo loculo, quanti fiori. Finalmente qualcuno ha pensato di portare tutti questi fiori! Prima era così triste, così spoglio, adesso ha più fiori di tutti gli altri”.
Giovanni si girò all’istante verso il suono di quella voce e vide una bella signora bionda di mezza età che gli sorrideva, stava rassettando il loculo di un suo caro defunto sulla parete alla sua destra.
Istintivamente si girò verso il loculo e vide suo padre che gli strizzava un occhio in atteggiamento complice. Il cuore gli si aprì dalla forte emozione. Poi vide tutti quei fiori, una macchia di colore. Sopra vicino alla foto c’era un porta fiori con tanti fiori di stoffa di diversa specie coloratissimi.
Sotto il loculo per terra, un sotto vaso con sopra un altro porta fiori uguale a quello di sopra con tanti fiori, vicino due piantine grasse.
Notò che per terra era tutto sporco e sulla foto si era formata una ragnatela.
Spostò il sottovaso e spazzò via lo sporco, lavò il sottovaso, con un fazzoletto di carta bagnato pulì la foto dalla ragnatela poi rimise tutto a posto.
Guardò suo padre: “Finalmente ti posso dire le cose che non ti ho mai detto!”