Hai mai pensato a quanti personaggi pazzeschi incroci ogni giorno? Livia Sauser, alter ego della nostra docente di scrittura creativa Sabrina Silvestri, va in giro nello spazio e nel tempo, alla ricerca di storie nascoste, e se ne riempie le tasche. Avrai a disposizione un’intera collezione di personaggi: non hai più scuse, prendine quanti ne vuoi e continua a scrivere!
Ti do le spalle mentre tolgo i cuscini dal tuo letto. Nei mesi che non ci sei lo tengo contro il muro e, quando non lo sommergo di panni, lo uso come divano.
– E quindi, che si dice da queste parti?
Non mi giro per risponderti. Ti stai togliendo la maglietta; ti sento provare a nascondere un gemito. La fatica che fai ha una forma fisica, una consistenza gelatinosa che muove l’aria e mi preme senza peso dietro la schiena.
Cosa ti è successo stavolta? È a un braccio che hai male? Ci è finita una pallottola? A quanti centimetri dalla faccia ti è esplosa l’ultima granata?
– Tutto a posto, solite cose. Io studio. Se va bene quest’esame poi provo a chiedere la tesi in Antropologia.
– Bello! Hai già un’idea?
– No, ma è un esame interessante. Poi vediamo.
Comincio a trascinare il tuo letto accanto al mio. Ostento uno sguardo basso, fra le mani, ma passandoti accanto provo a guardarti. Riesco a vederti i polpacci, solo quelli. Un accenno di ricrescita e lievi ombre che non faccio in tempo a capire se sono lividi oppure no.
– Fammi sapere poi.
– M-mh.
Avrei bisogno di girarmi, misurare la paura che hai avuto dalla mappa di tagli e botte che ti porti sulla pelle. Ma quando mi volto sei già in pigiama e allora provo a chiedertelo.
– Dalle parti tue, invece? Ho letto i tuoi articoli.
Solo per un attimo sgrani gli occhi, poi torni a sorridermi con la tua migliore interpretazione da “Va-tutto-bene”. Quella che ti odio perché col cazzo che mi rassicura, Marie, mi sembri solo inavvicinabile pure quando sei qua e non in giro chissà dove in cerca di guerre di cui scrivere. Non va tutto bene ma se non parli, se non chiedi, io per te cosa posso fare?
– In Libia ci sono dei posti pazzeschi. Ci ho conosciuto un preside che sta guidando una rivolta di ragazzi contro Gheddafi, una persona assurda. Ora ti racconto.
– Mi mandi là?
– Ti riempio di baci francobollo.
Ci ho girato il mondo, con i tuoi baci francobollo. Ancora non sapevi cosa volevi fare da grande e passavi le giornate a sfogliare enciclopedie e riviste, cercavi fotografie di mondi lontani, studiavi tutto quello che riuscivi a trovare e poi la sera ti stendevi accanto a me e mi raccontavi quello che avevi scoperto, come se ci fossi stata proprio tu.
Potevi fare qualsiasi cosa, potevi scrivere romanzi al sicuro della nostra stanza e tutti avremmo amato ogni tua singola parola. L’hai mai capito che è stata la tua passione per le città gigantesche, le feste colorate, le giungle infinite dove mi spedivi ogni sera a portarmi in giro per l’Europa l’estate prima del diploma? Da sola, col mio zaino e un bisogno di annusare l’aria di posti che conoscevo a memoria anche se non c’ero mai stata. Da sola, con le tue parole a orientarmi per il mondo.
Potevi fare tutto, Marie, qualsiasi cosa. Hai scelto di parlare con chi vive l’orrore nel quotidiano, di amplificarne le voci, e chissà a quanti di loro, mentre si addormentavano per l’ultima volta, hai raccontato di mondi lontani dove la libertà è naturale come il respiro, dove i fiori crescono ancora nei prati e fra le crepe dell’asfalto.
Tra poco mi metterò a letto, con le coperte tirate fin sopra la testa. Sentirò il tuo profumo di shampoo alla camomilla e il tuo peso caldo che si incastra nel mio fianco. Mi racconterai della guerra civile in Libia. Lo farai senza il tono di denuncia dei tuoi articoli, mi racconterai di ragazze alla moda che dopo aver lanciato per le strade voci e pietre ti hanno invitata in casa e offerto dolci con mandorle e miele. Avrai storie di famiglie, canzoni intonate con chitarre senza corde, giochi, angoli di strada vibranti di arte e bellezza che silenziosi restano in piedi mentre tutto intorno si sbriciola. E allora, solo allora crederò che magari va davvero tutto bene, uscirò dal mio bozzolo di cuscini e lenzuola, guarderò nell’unico occhio che la furia della guerra ti ha lasciato integro e ci vedrò tanta di quella luce. Allora, solo allora potremo spegnere il lume sul comodino e ti permetterò di affrancarmi di baci francobollo, gli stessi che da tutta la vita spediscono i miei sogni dritti nei luoghi da cui vieni. E allora sì, ci crederò, che sei tornata davvero.
Questo incontro è dedicato a Marie Colvin. Per saperne di più: https://www.bompiani.it/catalogo/in-prima-linea-9788830101371