Pezzi di universo

Un po’ di innocenza la renderebbe meno vulnerabile di quanto immagina.

Hai mai pensato a quanti personaggi pazzeschi incroci ogni giorno? Livia Sauser, alter ego della nostra docente di scrittura creativa Sabrina Silvestri, va in giro nello spazio e nel tempo, alla ricerca di storie nascoste, e se ne riempie le tasche. Avrai a disposizione un’intera collezione di personaggi: non hai più scuse, prendine quanti ne vuoi e continua a scrivere!

 

 

Il ghiaccio nel bicchiere è diventato acqua, appena sfumata di rosso sul fondo: l’ultima traccia del Campari Spritz che è stato.  Una gelida voce maschile continua a gracchiare rimbalzando fra i muri in mattone, chiama tutti i treni del mondo tranne il mio. Chiama solo i treni a cui il tabellone delle partenze, in aggiornamento ogni 15 minuti, trova il binario.

E si aggiorna di nuovo.

180 minuti di ritardo.

Erano 150 un secondo fa; niente più aggiornamenti per me, grazie.

Non spero più di riuscire davvero a tornare a casa; ne approfitto per rispondere dal telefono alle mail in arretrato, con un tono sempre più avvilito. Il bar della stazione si muove come un cuore, si allarga, si riempie di gente, si contrae sputando tutti fuori in direzione dei binari, si allarga ancora. E io rimango qui, un rimasuglio di me stessa arrivato mezzo masticato alla fine di questa infinita giornata da pendolare. E ho pure finito le noccioline.

Entra questo signore con una giacca verde sformata, sembra tutto occhi per il modo in cui si guarda intorno, con uno stupore che gli allarga lo sguardo e il sorriso. Ha il passo un po’ ciondolante, come un sonnambulo. Mi punta addosso i suoi occhioni grigi: mi viene da alzare un sopracciglio e torno di corsa con la testa nel cellulare.

“Esimio Dottor Maresca,

con la presente –”

Il tizio si siede al mio tavolo, gli altri sono tutti occupati. Gli faccio un cenno con la testa, un mezzo sorriso stiracchiato, e torno alla mail.

–  Mi scusi, aspetta da molto?

La sua voce è appena un sussurro, eppure sovrasta tutto il casino di musica che si mischia dalle entrate dei negozi, passanti al telefono, annunci dall’altoparlante, rotelle di valigie che rotolano avanti e indietro accompagnando viaggiatori impazienti.

Però la sua resta una domanda cretina. Credo di averlo guardato un po’ male.

– Abbastanza. Treno in ritardo.

– Che palle, eh.

– Eh.

Il tizio rimane a guardarsi intorno, si strofina le mani sulle cosce come un bambino al circo. E torna a piantarmi addosso i suoi molestissimi occhi carichi di meraviglia.

– Grazie per la chiacchierata, io andrei. Le posso lasciare un pezzo di universo?

Salto un attimo ma non ho nemmeno il tempo di realizzare cosa cavolo mi sta dicendo e, senza aspettare una risposta, lui posa sul tavolo un tassello di puzzle azzurro.

– L’azzurro è il colore del volo. Lei mi sembra una persona molto seria, con quel suo cellulare tutto illuminato, ma ogni tanto provi a ricordarsi che non deve per forza essere sempre così.

Socchiudo gli occhi, per poco non gli rido in faccia:

– Certo, adesso me lo segno.

– Davvero. Non c’è bisogno di essere sempre così intelligenti e corazzati, sa? Un po’ di innocenza la renderebbe meno vulnerabile di quanto immagina.

Il tizio gratta il bordo del pezzo di puzzle, mentre lo lascia andare sul tavolo. Si porta indice e medio alla fronte in un goffo saluto miliare e si alza facendo vibrare per terra i piedi della sedia. Il flusso che porta in giro tutti tranne me prende in un attimo anche quel pazzoide.

“Esimio Dottor Maresca,

con la presente

…”

L’azzurro ha il contorno po’ sbeccato. Entro con lo sguardo nelle crepe bianche della carta, immagino dove potrebbero essere i pezzi vicini a quello che mi è rimasto sul tavolo. Certo, i bordi sono consumati. Certo, la carta mangiucchiata crea un disegno che non coinciderà mai con nient’altro, ma magari la forma…

Pezzi di universo, li ha chiamati quel tizio.

Il tabellone delle partenze si aggiorna. Eccolo lì, in arancione brillante: binario 13. La voce metallica chiama la mia destinazione.

 

Questo incontro è dedicato a Folletto Graziano. Per saperne di più: https://illaureatopentito.com/2015/05/08/ilmondovistodagliocchidiunartista/

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Sabrina Silvestri

Docente della scuola Genius, ha conseguito un Master in Medical Humanities e uno in Mestieri della scrittura; gioca con le storie e le parole in ogni ambito professionale, da quello editoriale - dopo il Master in Mestieri della scrittura ha continuato a collaborare come consulente per Bompiani, che l'aveva selezionata per il tirocinio formativo - a quello artistico. Lavora come clown socio-sanitario e conduce laboratori teatrali per bambini. Ha pubblicato racconti per le riviste letterarie "Fritz" e "Mosse di seppia".

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