Nella classifica – sempre che ne esista una – degli scrittori più quotati di tutti i tempi, non si può certo affermare che Ian Fleming occupi i primi posti: l’impianto drammaturgico delle sue storie non si distacca per originalità dai classici del genere spy story; la voce narrante in terza persona, col punto di vista onnisciente, si presta bene per sviluppare la ragnatela dentro cui annaspa Bond, ma denota tutti i suoi limiti quando si tratta di penetrare nell’interiorità dei personaggi. Eppure, c’è un aspetto della scrittura di Fleming che lo rende unico e inimitabile: le descrizioni. Ma non tutte le descrizioni, più che altro quelle che riguardano le donne e gli ambienti naturali, due mondi che lo scrittore conosceva nei dettagli, il primo perché i casi della vita l’avevano consacrato inguaribile sciupafemmine, il secondo perché, in virtù di un lavoro itinerante e della villa – Goldeneye – che si era costruito in Giamaica, passava più tempo a sguazzare nei mari tropicali che nelle nebbie londinesi. Non è un caso, forse, che per assegnare un’identità al personaggio che si apprestava a inventare e che sarebbe entrato nel mito, rubò nome e cognome a un ornitologo di Filadelfia, un tale James Bond, che aveva trascorso gran parte della vita a cavallo dell’Equatore in cerca di uccelli rari. Affinità inconsce? Chi lo sa.
Le pagine che proponiamo, tratte dal romanzo Live and Let Die (Vivi e lascia morire), del 1954, secondo episodio della saga Bond, ci mostrano il protagonista che in una notte rischiarata dalla luna s’immerge in una baia della Giamaica per raggiungere lo yacht del cattivo di turno, Mr. Big. È in quell’ambiente, sott’acqua, che il linguaggio di Fleming supera qualsiasi limite puntando ai vertici della bellezza letteraria; ci mostra un microcosmo dove bene e male, natura e umanità, convivono in fragile equilibrio, dove basta una vibrazione per trasformare l’armonia in catastrofe, dove noi lettori non possiamo che rimanere a bocca aperta, come se assistessimo in diretta a un documentario di Cousteau. Ecco, visto che si avvicinano le feste natalizie e non tutti avranno la fortuna di fare le valigie per volare alle Maldive, in Polinesia e via dicendo, in sostituzione, vi consigliamo di leggere queste pagine: scoprirete che certi mari di fantasia, oltre a costare di meno, sono più sconvolgenti di quelli veri.
Buona Lettura!