Ciao Amiche e Amici Geniali,
Per fortuna, arriva una nuova carrellata di consigli di lettura ad accompagnarci in questo mese appena iniziato. La selezione di oggi è a opera di Sabrina Silvestri, l’ultima tra le docenti di Scrittura Creativa che si è unita al gruppo di tutor.
I suoi consigli saranno dedicati a chi, nei periodi storici o personali più bui, si sente impotente: le parole non salvano, ma possono accendere piccole luci, in voi che scrivete e in chi vi leggerà.
Le accendiamo queste lucine?
- Prigione n° 5, di Zehra Doğan
Questa lettura è perfetta se c’è qualcosa che vi brucia dentro ma avete paura di non riuscire a raccontarla, se sentite che per certe cose le parole non bastano. Se queste non sono abbastanza, si possono disegnare. Se vi tolgono carta e penna, potete usare il corpo o lo spazio intorno.
L’autrice, un’artista e attivista curda, è stata condannata in Turchia per propaganda terroristica, a causa di una vignetta postata su Twitter.
Ha scritto questo graphic mémoir dal carcere, utilizzando fondi di caffè, cenere di sigaretta, capelli, sangue, e facendo uscire clandestinamente le sue testimonianze.
Ha raccontato la violenza, i soprusi, ma anche la vita quotidiana in un micromondo di donne che in ogni modo tentavano di ricreare fra loro spazi di cura e normalità. Piccole luci che si tengono per mano, per resistere a un mondo brutale. E un’altra luce: un elenco di nomi, per ricordare che le vittime accertate di torture in carcere sono state persone vive, con delle storie, degli affetti, e che è tutto finito per un insensato abuso di potere.
Un racconto può davvero far tremare un dittatore, e anche voi, con il vostro sguardo sulla vostra parte di mondo, potete accendere luci sulle ingiustizie a cui assistete.
- Calypso, di David Sedaris
Una raccolta di racconti autobiografici che rivelano, nella loro progressione, di essere necessari l’uno all’altro per guidare il lettore verso i nervi dello scrittore, che qui e là rimangono scoperti.
Ce ne accorgiamo quando, mentre ridiamo delle stranezze dei personaggi o dell’assurdità di un aneddoto, saltiamo riconoscendo qualcosa di ciò che ha segnato la vita dell’autore, l’alcolismo della madre di cui tutti sapevano e nessuno parlava, il suicidio della sorella attorno al quale sembrano girare le vite di tutti coloro che le sono sopravvissuti, le stravaganze del papà sintomo di una malattia neurodegenerativa…
Il sorriso rimane, ma si fa più amaro. L’ironia aiuta a metabolizzare meglio cose che si sono sempre pensate, cose che spaventano o che fanno male, ma ad ascoltarle così, messe in parola, l’effetto è quello di uno schiaffo.
Quindi questa lettura fa per voi se pensate che le emozioni si dividano solo in buone e cattive, che rabbia, tristezza, paura non vadano mai mostrate. Sedaris ha un modo unico di giocare con le sue ossessioni: non nascondendole, né costruendoci un racconto epico, ma dichiarando il suo disagio, la sua fatica nel gestire cose talmente complesse che i goffi tentativi di tenere tutto insieme, i dialoghi di persone che non sono in grado di comunicare come stanno, ci fanno ridere di quella risata lì, che ci fa sentire meno soli con le nostre battaglie.
Non esiste un modo migliore di un altro di raccontare le emozioni, ma sapere che se ne può parlare, e non solo per stracciarsi la pelle e far vedere il sangue, è qualcosa che può aiutare a trovare un angolo diverso da cui guardare le stesse cose, e scegliere, poi, con più consapevolezza, qual è il tono nel quale la propria storia risuona meglio.
- Ragioni per vivere, di Amy Hempel
Un’altra raccolta di racconti. Sabrina ci tiene ad aggiungere questo commento: “Se leggi solo romanzi, magari è l’occasione per lasciarti ispirare da qualcosa di diverso; ci sentiamo in una prossima newsletter e ti prometto storie di almeno 200 pagine”.
Amy Hempel, un’autrice che conviene conoscere, se si ha un interesse per la scrittura. Le sue pagine vibrano, con delle protagoniste che affrontano inferni quotidiani e ferite cicatrizzate male, si adoperano ad arrivare alla fine di un’altra giornata dando il massimo, anche se il massimo, a volte, altro non è che un bagaglio di mediocrità, piccolezza, follia.
Questa raccolta è l’ideale perché è uno scrigno pieno di luci, in ogni riga c’è una grande cura, sia per la scelta delle parole che per le vite che queste raccontano. Siamo portati a pensare che scrivere significhi avere l’idea del secolo, inventare la storia più originale, quando a volte basta solo dare dignità a quello che sembra insignificante, mettersi in ascolto dell’ordinario per ricevere il dono della sua unicità.
Prima di lasciarci, un piccolo riassunto della newsletter precedente con i consigli di Loredana Germani sulla scrittura dei dialoghi:
Le relazioni pericolose, di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, un libro perfetto per capire come dare una voce e un colore a due personaggi forti, senza che uno prevalga sull’altro;
Il bacio della donna ragno, di Manuel Puig, per capire come si compone in modo efficace il rapporto tra due personaggi che non si conoscono e che non hanno nulla in comune;
Come in un film, Régis de Sà Moreira, un romanzo con un uso dei dialoghi originale, perché questi conferiscono un ritmo incalzante alla narrazione, grazie a un autore che riesce a rendere il movimento e le azioni all’interno del dialogo stesso.
Grazie per averci letto fin qui. Se avete considerazioni, scriveteci pure per mail. Leggiamo tutto e ogni vostra riflessione è un arricchimento per noi.
ALLA PROSSIMA!