– L’ultimo ballo è arrivato anche per Valentino Rossi, Il Gran Premio della Comunità Valenciana è stata infatti la sua ultima gara nel motomondiale e al termine c’è stata una delle più grandiose celebrazioni che io abbia mai visto per un personaggio sportivo che si ritira. Oltre alla festa in pista, in cui è stato travolto dall’affetto di tifosi di ogni nazionalità, dai colleghi e dagli addetti ai lavori, ha ricevuto via social attestati di stima e affetto da campioni di altri sport e personalità di tutto il mondo, a dimostrazione della sua universale popolarità
– Penso che lui sia stato uno dei personaggi sportivi più amati di sempre, non credi anche tu?
– Sì, beh, sembrerebbe, ma a dire il vero ho scoperto che anche lui, come si conviene ormai a tutti i personaggi famosi del nuovo millennio, ha la sua schiera di odiatori
– Va beh, ci sta che ai tifosi dei piloti rivali bastonati da lui durante la sua carriera stia antipatico
– Ma non parlo di antipatia, parlo di odio vero… c’è pure gente che si raduna su pagine social per vomitare beceraggini su di lui e tutti quelli che hanno a che fare con lui: famiglia, amici, animali domestici…
– Ma dai, non ci credo…
– Giuro… e poi perché ti stupisci, ormai si sa che uno dei peggiori effetti collaterali dei social sono sta roba qui
– Che pena… ma sta gente non andrebbe censurata e punita?
– Ma chi se li caca… se sentono la necessità di cercarsi sui social per darsi le pacche sulle spalle tra loro è perché evidentemente in una reale e sana discussione in qualsiasi Bar del pianeta verrebbero spernacchiati… lasciali sfogare… e comunque io ho una teoria per cui secondo me non vale la pena perder tempo con gli odiatori
– E sarebbe?
– Che l’odiatore è uno che la punizione già se la autoinfligge all’origine
– Che vuoi dire?
– Pensaci bene: cosa è normalmente un odiatore?
– Beh, immagino sia una persona complessata che magari nella sua esistenz…
– See, vabbè… lascia stare il profilo psicologico, andiamo sul terra terra… insomma, l’odiatore è uno che in genere fissa il suo odio su una persona che è ricca, famosa e mediaticamente molto esposta, ma mentre questo odiatore esprime il suo odio, in genere tramite web cercando di emergere dall’oceano di stronzate che ci girano, questa persona ricca e famosa probabilmente non arriva nemmeno a sapere che tale odiatore esiste e se anche eventualmente gliene arriva l’eco di sicuro se ne sbatte sonoramente le nacchere e continua a godersi la sua vita, i suoi successi, i suoi soldi, i suoi vizi, i suoi bagordi e tutti quello che gli pare alla faccia di chi gli vuole male. Insomma, in sintesi: la rosura di culo dell’odiatore sarà sempre proporzionale al successo e all’esposizione mediatica dell’odiato e se anche sporadicamente l’odiatore godrà di qualche disgrazia, professionale o sentimentale o che altro dell’odiato, va da sé che la vita dell’odiatore sarà sempre più triste e misera di quella dell’odiato, e quindi manco prendersi la briga di incazzarcisi… ho spiegato bene il concetto?
– Sì… insomma… un po’ arzigogolato ma credo di aver capito… quindi secondo te domenica scorsa a Valencia per gli odiatori di Rossi deve essere stato da mal di mare…
– Bravo, bell’eufemismo… comunque sì, devono aver avuto parecchi conati, ma del resto con Rossi gli odiatori se la sono scelta proprio male, perché oltre ad avergli tirata lunga la carriera mica che con il suo ritiro la sua presenza mediatica cesserà del tutto
– Che intendi?
– Beh, che Valentino, come pochi altri, tipo ad esempio Michael Jordan per il basket o Cassius Clay per la boxe, ora è universalmente riconosciuto come il più grande di sempre del suo sport, la leggenda del motociclismo, colui che sarà perennemente il punto di confronto per qualsiasi campione emergente il cui massimo riconoscimento sarà quello di essere auspicato come “Il nuovo Valentino Rossi”, capisci? I suoi odiatori sono condannati ad avere ‘sto fantasma del quale non si libereranno mai, perché ci sarà sempre una citazione, un ricordo, un aneddoto su Valentino Rossi in una telecronaca di motociclismo da qui all’eternità… quindi, sempre che questi davvero guardino i Gran Premi, già dal prossimo dovranno stare con il telecomando in mano pronti a silenziare l’audio o cambiare canale ogni volta che un commentatore comincerà a citare lui e le sue imprese… proprio come faccio io con gli spot pubblicitari che mi danno ai nervi…
– Azz, roba da esaurimento
– Beh, cazzi loro…
– Ah, certo… però dal prossimo Gran Premio sarà dura soprattutto per chi è stato suo tifoso, sarà difficile e strano dopo tutto questo tempo pensare ai Gran Premi senza Valentino…
– È vero, anche se in gara ormai già da un paio di anni mancava dalle prime posizioni, la sua presenza in griglia e nei box era comunque iconica… però visto che è proprietario di un team che corre nel Motomondiale e di una Academy per giovani piloti, che già sta sfornando campioni, speriamo che in futuro si faccia vedere spesso ai box del motomondiale in altre vesti, perché la sua presenza sarà sempre un valore aggiunto all’evento
– Certo però che carriera lunga e incredibile… difficile raccontarla in breve tempo
– Difficile? Io direi impossibile: 26 stagioni disputate, 115 gare vinte e 9 titoli mondiali conquistati… ci vogliono volumi per raccontarla tutta
– Ma se ti chiedessero di sintetizzare Valentino Rossi in due soli episodi della sua carriera, quali ti verrebbero in mente?
– Guarda, se chiudo gli occhi e scorro mentalmente la carriera di Valentino c’è un fermo immagine automatico su due momenti in particolare che insieme forse possono dare una sintesi del Rossi uomo e campione sportivo
– Spara…
– Beh, il primo è quando alla fine del 2003 lasciò la Honda per passare alla Yamaha
– Tutti pensarono fosse una follia
– Già, la Honda era la moto dominante e sembrava inavvicinabile, Valentino infatti con lei aveva già vinto tre titoli mondiali di fila, mentre la Yamaha era in una crisi tra le peggiori della sua storia e i suoi pur buoni piloti con quella moto in gara prendevano distacchi da giro d’Italia, e spesso venivano pure lanciati per aria come i cowboy dagli incazzosi cavalli dei rodei… cavolo, quando scendevano dalla moto tutti interi baciavano l’asfalto della corsia box…
– Sì, la Yamaha all’epoca non era in cima alla lista dei desideri dei piloti, ma Valentino cedette alla corte asfissiante che gli fecero e accettò la sfida di risollevarne il marchio in declino
– Ma io son convinto che lui lo fece soprattutto per rispondere a chi diceva che vinceva solo perché la Honda era la moto migliore, e che la sua oltretutto era la migliore delle Honda… quindi fece il colpo di testa di salire su una moto da cui gli altri non vedevano l’ora di scendere solo per dimostrare che era il più forte e quindi zittire chi lo accusava di vincere facile, in particolare un collega connazionale col quale la rivalità era aspra e che era ossessionato dal fatto che Rossi avesse sempre qualcosa di meglio degli altri… insomma, detta papale papale, secondo me lo fece soprattutto per orgoglio, e credo tutti ricordino come andò a finire
– E chi se lo scorda…
– Eh già, al primo appuntamento della stagione, nel Gran premio del Sudafrica sul circuito di Welkom, solo cinque mesi dopo essere salito su una moto giudicata inguidabile dai suoi predecessori, Rossi, dopo uno splendido duello durato tutta la gara, vinse battendo proprio il suo rivale che intanto era salito sulla Honda ufficiale che era stata sua…
– Gara memorabile…
– Sì, e dubito che qualcuno prima di quella gara abbia scommesso un Rand sulla vittoria di Valentino…
– Sì… e pure che qualcuno abbia scommesso sulla vittoria del campionato… si pensava sarebbe stato già un miracolo se il primo anno avesse vinto un paio di gare, invece ne vinse nove e conquistò il titolo…
– Esatto, lasciò tutti a bocca aperta… e questa per me è stata una delle più grandi imprese sportive di sempre… cacchio… scendere da una moto stratosferica per salire su una che non stava in strada manco sul dritto e vincere subito ridando un titolo che alla Yamaha mancava da 12 anni… fu la dimostrazione che lui era veramente di un altro pianeta, e pensare che questa follia sia nata solo per sfanculare un collega che non gli andava a genio spiega quanta personalità e carattere ha per me Valentino Rossi
– Hai ragione… ma, a proposito, pensi che quella di Welkom sia stata la sua gara più bella?
– Ci potrebbe stare, soprattutto per la svolta epocale che significò nella sua carriera, ma io, se fossi nella giuria de “La più bella di 109”, voterei per un’altra, che poi è pure il secondo episodio con cui sintetizzerei la figura di Rossi campione, ovvero il Gran Premio degli Stati Uniti del 2008 a Laguna Seca. In quel momento infatti Rossi era in lotta per il mondiale con Casey Stoner, ma l’australiano veniva da tre successi di fila e sembrava inarrestabile, l’inerzia del campionato sembrava ormai definitivamente a suo favore. Oltretutto si correva su un circuito particolare, molto gradito a Stoner e piuttosto indigesto per Valentino, quindi Stoner era nettamente favorito per la gara e Rossi sapeva che se l’australiano avesse vinto, quasi sicuramente anche il mondiale sarebbe stato suo. Insomma era una situazione da dentro o fuori, così al via, con Stoner subito in testa, Valentino, che era riuscito ad accodarsi a lui, lo attaccò subito per impedirgli la fuga. L’australiano infatti con la su Ducati in quel periodo era il più veloce, e se andava in testa salutava la compagnia e nessuno lo vedeva più, gli ultimi tre Gran Premi li aveva vinti proprio così, dando distacchi piuttosto pesanti. Valentino perciò, sapendo questo, non gli diede tregua ingaggiando ad ogni curva un corpo a corpo asfissiante per impedirgli di scappare e prendere il suo ritmo per poi cercare di batterlo nel finale. Cavolo, impossibile ricordare tutti i sorpassi e i controsorpassi di quella gara… roba da trattenere il fiato ogni curva…
– Però è impossibile scordare il sorpasso alla famosa curva del Cavatappi… Stoner credeva di avergli chiuso ogni passaggio ma Valentino si infilò passando all’interno nello sterrato…
– Infatti quel sorpasso è rimasto nella storia, roba da farci poster e copertine di libri sul tema… ma soprattutto dà l’idea di quanto Rossi non volesse e non potesse mollare quella vittoria, fu una lotta continua, e alla fine Stoner si innervosì a tal punto che, a circa due terzi di gara, uscì di pista. Fu pure fortunato che tirò dritto in una curva lenta, così si infilò e cadde nella sabbia ma praticamente quasi da fermo, e, non avendo riportato conseguenze ne lui ne la moto, si risollevò e ripartì in fretta mantenendo la seconda posizione grazie al vantaggio che aveva sugli inseguitori, limitando quindi i danni
– Solo per quella gara però…
– Sì, perché le conseguenze le pagò nelle due gare successive quando, evidentemente accusando ancora il contraccolpo, Stoner cadde entrambe le volte mentre era in testa pressato da Valentino, che poi arrivò a vincere cinque gare di fila spianandosi la strada al titolo. Ecco, quella gara di Laguna Seca è l’episodio in cui si concentrano le caratteristiche principali di Rossi pilota, e cioè: intelligenza e lucidità nell’analizzare ogni situazione e la determinazione e la spietatezza sportiva nel compiere l’azione risolutiva… oltre naturalmente al dono di saper andare in moto come dio comanda sennò le altre caratteristiche te le attacchi al ciufolo
– Vero… come è vera un’altra cosa
– Cosa?
– Che avevi ragione: impossibile raccontare Valentino Rossi in due episodi…
– Già, 25 anni di carriera sono una lunga storia e andrebbe raccontata tutta, cominciando da quando nei box del motomondiale si è presentato un ragazzino con la faccia da schiaffi, allegro e irriverente, che è sembrato subito il perfetto testimonial per il motociclismo nella ormai sopraggiunta era dei media, dovremmo sottolineare che a 23 anni aveva già vinto 4 titoli mondiali in 4 categorie diverse, ultimo a vincere nella classe regina con le brutali 500 a due tempi e primo a vincere nell’era dei quattro tempi nella MotoGP, bisognerebbe raccontare di tutte le gags inventate per le sue vittorie, lui il primo a farlo e poi copiato male da tanti colleghi, bisognerebbe mostrare tutti i suoi caschi decorati e spiegarne il significato, e poi quanto ci sarebbe da dire delle sue rivalità che spesso travalicavano l’ambito sportivo, con colleghi che spesso prima gli si spacciavano per amici ma poi si dimostravano solo fasulli e invidiosi e che lui più di una volta ha mandato ad ingrassare il portafoglio di uno psicologo, ancora ci sarebbe da discutere delle sue scelte clamorose, alcune vincenti altre no, e bisognerebbe capire la passione che questo eterno ragazzo ha avuto per il suo sport e che ha trasmesso a più di una generazione di fans e di colleghi piloti, dovremmo decantare il suo talento e la sua dedizione al lavoro che gli han permesso di correre fino a 42 anni, 26 stagioni in cui tutto quello che lo ha riguardato non è stato mai banale, nel bene e nel male, un personaggio amato, anche odiato, ma che ha fatto le fortune di un motociclismo che negli sport dei motori era il parente povero della Formula1 ma che ora gli è probabilmente pari… Rossi è il campione che è stato capace di riempire tribune di giallo in tutti i circuiti del mondo, tifato, addirittura osannato ovunque come se non avesse nazionalità, un patrimonio del motociclismo a cui il motociclismo deve molto e di cui dubito ci sarà mai un erede perché forse in futuro nasceranno e cresceranno talenti per la motocicletta anche superiori a lui, ma di sicuro non nascerà un personaggio suo pari, non in questo secolo almeno… credo mancherà molto a tutti, anche a chi lo odia
– Lo credo anche io… ma, a proposito… ma chi odia Valentino Rossi ora come passerà il tempo?
– Boh… chissà… forse continueranno a setacciare il web in cerca di notizie su di lui per poterlo criticare qualsiasi cosa faccia e insultarlo a volontà, ma mi piacerebbe pensare che loro, come tutti gli odiatori del resto, smettessero di sprecare tempo in questo sentimento malsano e lo impiegassero per amare di più il prossimo
– Cavolo… mi sorprendi… non ti facevo così spirituale…
– Beh… veramente era una perifrasi per dire che auspico che in futuro ‘sti odiatori scoprano che fare sesso con un’altra persona è molto più bello che farlo da soli con la mano, destra o sinistra che sia.