Gli ascoltatori e i “podcaster” aumentano esponenzialmente ogni anno, è difficile non aver mai sentito parlare di podcast. Questo è dovuto alle potenzialità del prodotto in sé:
- il formato è molto comodo, può essere ascoltato ovunque e molto facilmente (ogni piattaforma per ascoltare musica ha ormai una sua parte dedicata, per non parlare delle applicazioni nate proprio per l’ascolto di podcast);
- è molto semplice da realizzare, l’attrezzatura necessaria è ridotta all’osso, se si è esperti di ciò che si intende trattare, saranno necessari solo un microfono e un programma di editing audio;
- è una forma notevole di intrattenimento, si possono trovare argomenti di approfondimento, di nicchia, molto eterogenei e diversi da ciò che solitamente ci propongono i media mainstream.
Una volta trovato un pubblico affezionato, fedele, che rientra nel target a cui ci stiamo riferendo, il successo è assicurato.
Ma non ci perdiamo troppo in chiacchiere, addentriamoci nella parte più succosa, il guadagno. Qualora avessimo il desiderio di creare un podcast, dobbiamo farlo solo spinti dalla nostra passione, oppure possiamo ricavarne anche qualcosa dal punto di vista economico?
È vero che può diventare anche un vero e proprio lavoro? Beh, con il successo che il podcast sta riscuotendo oggi, la risposta a queste domande non può essere che sì, certo si può guadagnare facendo podcast e oggi noi vorremmo proprio raccontarvi quali sono i tre metodi più efficaci e alla portata di tutti per farlo.
Le sponsorizzazioni
Starete pensando che stiamo già partendo con le cose difficili, perché un podcaster alle prime armi non si immagina certo che una azienda nota possa chiedere proprio a lui o a lei di inserire uno spot pubblicitario all’interno del proprio prodotto. Può essere difficile all’inizio, ma non impossibile. Ci sono tre modi per guadagnare con le pubblicità:
- mettersi in contatto diretto con il brand in questione
Se ritenete che i vostri contenuti siano in linea con un determinato marchio o azienda, potete buttarvi e cercare di concludere un accordo. Non sono fondamentali solo i numeri di un podcaster, ovvero non è necessario che vi seguano 100 mila persone, se la maggior parte di queste sono spettatori passivi che non rispondono alle campagne pubblicitarie: per un brand è più importante avere un creatore di contenuti con un pubblico più piccolo, ma specifico e attivo che possa portare dei guadagni concreti all’azienda. Quindi la cosa fondamentale è essere competenti nel vostro campo e che sappiate comunicare la vostra passione e professionalità; - servirsi di un’agenzia
In questi anni con lo sviluppo del web e dei suoi infiniti utilizzi sono nate numerose agenzie che si occupano della parte di scouting, sono loro che si ricercano le aziende in linea con il vostro prodotto facendo da tramite e rendendo il tutto sicuramente più rapido; - utilizzare i programmatic ads
Un metodo forse un po’ più tecnico, ma utile da conoscere perché molto utilizzato in questi ultimi anni. Avete presente quando entrate su un sito web e vi appaiono da tutte le parti nella pagina pubblicità diverse ma che molto spesso si avvicinano ai vostri interessi? Ecco, quella pagina offre spazio libero che può essere riempito con pubblicità targettizzate, ovvero basate su ciò che piace all’utente che sta visualizzando in quel momento. Quindi, un aspirante podcaster può decidere di offrire agli inserzionisti degli spazi liberi prima, in mezzo o alla fine del suo prodotto multimediale, che saranno riempiti con spot pubblicitari scelti ad hoc in base al pubblico che sta ascoltando.
Crowdfunding e donazioni
La seconda opzione che potete scegliere per guadagnare da un podcast è sicuramente attraverso il crowdfunding o con donazioni.
Molti podcaster, grazie al supporto economico dei propri fan, riescono a finanziarsi e a lavorare alla produzione dei loro prodotti. Ci sono molti servizi che permettono di effettuare donazioni, i più comuni che potrete incontrare facendo una ricerca online sono Patreon, Kickstarter, Ko-fi, Tipeee e molti altri.
Il creatore di contenuti, attraverso i propri social, può invogliare il proprio pubblico a fare donazioni per supportare il suo lavoro.
Nel caso di Ko-fi, ma in tutte le piattaforme simili, si può offrire un simbolico caffè, quindi fare anche, per esempio, una donazione di un euro. Si tratta di piattaforme non vincolanti, che permettono ai fan di donare anche senza abbonamento.
La cosa carina, e molto comune, è che si possono simbolicamente offrire anche altre tipologie di bevande e quindi aumentare il prezzo della donazione, per esempio un semplice tè, uno spritz o un bubble tea, la bevanda taiwanese molto in voga al momento.
Capita sempre più spesso di usare piattaforme come Ko-fi perché è un gesto che i fan possono fare che ai loro occhi può sembrare più concreto, offrire una bevanda a chi ci intrattiene può essere percepito come un gesto di affetto, di gratitudine.
Poi ci sono piattaforme più strutturate e famose come Patreon che permettono anche la sottoscrizione di abbonamenti. Si può partire da un’offerta minima mensile per supportare il proprio creatore preferito, per poi impostare budget più elevati che permettono l’accesso esclusivo a contenuti dedicati solo a chi sceglie quella tipologia di pagamento.
Per esempio: decidendo di pagare €10 al mese, si ha diritto a privilegi particolari, per esempio scegliere il tipo di contenuto che il podcaster dovrà trattare, l’accesso esclusivo al backstage, a contenuti inediti e così via, tutto a discrezione del creator.
Merchandising
L’ultimo modo, tra i più facili, per potersi finanziare come podcaster è quello del merchandising. In questo caso l’introito economico verrà da oggetti e gadget brandizzati e personalizzati, con per esempio, il logo del proprio podcast, citazioni fatte nelle puntate e diventate delle battute interne tra creator e fan, eccetera.
Il merchandising è un ottimo modo per finanziarsi, non solo è molto efficace perché le persone sono più invogliate a spendere denaro in qualcosa di materiale che poi potranno possedere, ma anche e soprattutto è un modo per fare passaparola senza investire in campagne pubblicitarie.
Pubblicità gratis, mica male no?