L’impostora

Tra i compagni di corso è conosciuta come colei che chiagne e fotte: in gergo tecnico indica chi dice di non sapere e prende il massimo dei voti.

Università degli Studi Supercazzolica

Dipartimento di Scienze Asociali e Ansie Comparate

L’impostora

Tesi sperimentale a cura di Sabrina Silvestri

Abstract: Il presente elaborato definisce la figura dell’Impostora, nella fattispecie analizzata in un’area di azione circoscritta all’ambiente universitario, dove la suddetta tende a disperarsi prima degli esami per la carenza di conoscenze adeguate e dopo gli stessi, a causa della votazione iperbolica in relazione a ciò che avrebbe meritato. In appendice, alcune battute-exempla registrate durante una prova orale in Tecnologie Educative. Esperimento condotto dalla ricercatrice, Silvestri, e il professore del corso, Florenzi.

All’affermazione di Feuerbach, L’uomo è ciò che mangia, l’Impostora risponde con sicurezza (l’unica della sua vita, n.d.A.) con un socratico L’uomo è ciò che sa di non sapere. Tale principio, anima mundi per antonomasia dell’universo axiologico della stessa, costituisce paradigma a sé, l’orizzonte epistemologico cui guardare come modello di uno gnòti seautòn guidato dal principio ontologico dell’M3 (MeriterestiMoltoMeno). Per amor di simplicitas, circoscriviamo il campo d’indagine all’attività universitaria dell’Impostora, caratterizzata da studio compulsivo ed eccessivi entusiasmi, alternati a depressione e autodiagnosi delle più svariate sindromi in uno spettro tra l’autismo e Calimero. L’Impostora, verosimilmente alla sua seconda laurea o al quarto Master, si immatricola, indebitandosi con la mamma, il compagno della sorella del tabaccaio, due amici immaginari e il criceto del bambino del piano di sotto (“In questo corso si studiano il ciclo di vita delle pulci della polvere e i ritmi circadiani degli gnu a pelo corto dell’Amazzonia! Questo è ciò che mi manca sapere per trovarmi un lavoro vero, come ho fatto a vivere finora senza queste informazioni?”). La settimana prima dei corsi, sa a memoria programmi, orario delle lezioni, codice fiscale dei docenti; ha letto tutti i libri obbligatori, quelli consigliati, quelli che se proprio ci tieni ti ci puoi intrattenere al bagno e quelli sconsigliati. Ansiosa di capire tutto, a lezione porta con sé trentasette volumi di domande in ordine alfabetico, cronologico e di importanza decrescente in fila per sei col resto di 2πr. L’interrogativo ricorrente riguarda il perché il Papa non è re e il re non è Papa, non capacitandosi ella di un’applicazione così inflessibile del principio parmenideo dell’Essere, ma la risposta latita. L’Impostora, in sessione di esami, si lascia andare a sconforto e disperazione e sogna una carriera nella pastorizia, recitando tra lacrime ed epistassi un solenne e continuo Nonsoniente. Tra i compagni di corso è conosciuta come colei che chiagne e fotte: in gergo tecnico indica chi dice di non sapere e prende il massimo dei voti. Ma l’episteme, che l’Impostora ben conosce, è che i professori dovrebbero bruciare all’inferno per la loro incapacità di riconoscere ignorantia et stupiditas in una persona che meritava la bocciatura. Una volta abbassati i livelli di cortisolo determinati dalla dissonanza cognitiva ex post, il ciclo ricomincia.

Appendice: L’Esame

F.: Partiamo da un argomento a piacere.

S.: Inizierei dalla didattica enattiv…

F.: E se invece parlassimo del rapporto tra femminile e tecnologie secondo Molisano?

S.: Molisano si rifà al principio speranza del progressismo occidentale, secondo cui le femmine, nel clima attuale democratico di ottimismo reazionario, devono seguire la propria natura, ossia preparare la merenda in cucina. Emerge uno scontro di retroguardia in cui i problemi della formazione sono trasversali a un processo narrativo interattivo e immersivo, embodied e catastrofico, secondo gli orientamenti del panorama capitalista.

20 minuti dopo:

F: Ottimo, Silvestri, ma la terminologia era imprecisa. Ti do 29, così ti ricordi di me. Ha-ha-ha. 30 colpisce, 28 stupisce, 29 è l’ultima frontiera della cattiveria, né carne né pesce.

Bibliografia

Per aggirare i controlli di Contacaratteri.it, le 9 pagine di bibliografia sono scritte in uno speciale inchiostro, leggibile solo a chi riesca a capire il senso di un’intera frase, soggetto predicato complemento, di Maurizio Molisano.

Dedicato a F.

Mi sarei ricordata comunque

Per sempre

di te e di Molisano

Chivebbiv’.

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Sabrina Silvestri

Docente della scuola Genius, ha conseguito un Master in Medical Humanities e uno in Mestieri della scrittura; gioca con le storie e le parole in ogni ambito professionale, da quello editoriale - dopo il Master in Mestieri della scrittura ha continuato a collaborare come consulente per Bompiani, che l'aveva selezionata per il tirocinio formativo - a quello artistico. Lavora come clown socio-sanitario e conduce laboratori teatrali per bambini. Ha pubblicato racconti per le riviste letterarie "Fritz" e "Mosse di seppia".

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