Journey of the Magi (Terza parte)

Terza parte della nuova traduzione che Daniela Matronola ha curato del famoso poemetto di T.S. Eliot

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Journey of the Magi

Il viaggio dei Re Magi

T.S. Eliot


[Nuova Traduzione: Dani®Mat©2020]


TERZA PARTE (vv. 66 – 90)


All this was a long time ago, I remember,

Tutto ciò accadde molto tempo fa, me ne ricordo,

And I would do it again, but set down

E rifarei tutto daccapo, però sistemerei questo

This set down

Questo metterei in chiaro

This: were we led all that way for

Solo questo: fummo guidati per tutto il percorso verso

Birth or Death? There was a Birth, certainly,

Una Nascita o una Morte? Certamente, una Nascita ci fu,

We had evidence and no doubt. I had seen birth and death,

Ne avemmo evidenza e nessun dubbio. Avevo già visto nascite e morti.

But had thought they were different; this Birth was

Ma a suo tempo avevo pensato fossero diverse; questa Nascita fu

Hard and bitter agony for us, like Death, our death.

Una dura e aspra agonia per noi, come una Morte, la nostra Morte.

We returned to our places, these Kingdoms,

Tornammo alle nostre case, a questi Regni,

But no longer at ease here, in the old dispensation,

Ma non fummo mai più a nostro agio qui, nel nostro vecchio mondo.

With an alien people clutching their gods.

Con gente estranea, aggrappata ai propri dèi.

I should be glad of another death.

Invocherei con gioia un’altra morte.


*ARIEL POEMS, Faber&Faber – London, UK 1936


Questa potente poesia mi piace molto e l’ho ritradotta per contribuire all’iniziativa proposta da Rita Pacilio per RP Libri per illuminare un poco questo Natale 2020 altrimenti problematico. Si tratta di un poemetto molto narrativo in una chiave che è la stessa di certi passaggi narrativi del Vecchio Testamento in cui semplicità sguarnita e severità del dettato evocano mondi suggestivi e comunicano passaggi di stato di grande significato. Qui si vede la morte (in vita) del vecchio mondo seguita dalla nascita del nuovo, e anche un passaggio di stato che riguarda T S Eliot personalmente: dal nichilismo e ateismo di partenza a un’apertura di fede. Qui come altrove troviamo l’acqua, elemento tra gli altri caro al poeta in termini di corredo di immagini. C’è un colpo di coda finale: i barbari idolatri che il vecchio Re come il poeta vorrebbe sparissero: un dettaglio vetero testamentario, anche questo, quasi profetico, mosaico, ma anche un evidente segnale in direzione dei pagani idolatri che incombevano più che mai in Europa (culla scelta dall’americano Eliot) proprio nel giro d’anni di questa stratosferica uscita. Tornando a oggi, auguriamoci tutti che tutto torni almeno un po’ sereno. Magari, dopo tanto patire, meglio di prima. [La RI-traduttrice Daniela Matronola]

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