La bella scrittura

Cotroneo dice: La bella scrittura non è mai un dono iniziale, è una conseguenza. È così?

“La bella scrittura non è mai un dono iniziale, è una conseguenza. Non si scrive bene perché si è bravi, si diventa bravi quando si ha qualcosa da scrivere davvero.”

Roberto Cotroneo, Il sogno di scrivere, Utet, Novara, 2014, pag. 59

A volte ci blocchiamo. Rileggiamo quel che abbiamo scritto e troviamo che  non sia abbastanza bello, che le pagine che abbiamo prodotto non sono all’altezza di come le avevamo pensate; allora chiudiamo il quaderno o il file sul pc e andiamo a fare altro, con dentro un senso di insoddisfazione che non ci lascia. Quel senso di insoddisfazione è lo stimolo e la condanna di chi scrive. Credo che non si sarà mai soddisfatti davvero di ciò che si scrive: ciò che scriviamo cristallizza un momento, ferma il tempo lì in quella pagina mentre noi invece andiamo avanti, cambiamo, ci evolviamo. Cosa fare allora? Cedere all’insoddisfazione, darci per vinti e non scrivere più? O piuttosto continuare a farlo, ogni giorno, umilmente, lasciando che la nostra scrittura cresca con noi? La scrittura è qualcosa di vivo che per vivere ha bisogno di luce a aria e nutrimento. Ha bisogno di essere espressa. Di poter portare in superficie i pensieri e le emozioni e le storie che vogliamo affidarle. La scrittura può essere la nostra più fida alleata, diventare parte fondante di noi stessi, se solo ci fidiamo di lei e della necessità di farla vivere ogni giorno. Scriviamo ogni giorno qualcosa, anche poche righe: Così la scrittura potrà crescere al punto da diventare bella scrittura, così potrà davvero raccontare di noi, di ciò che noi vogliamo dire del mondo, di ciò che pensiamo. Solo così quel che scriviamo non sarà più soltanto nostro, perché altri si rispecchieranno nelle nostre parole. 

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