Evitate di complicare inutilmente la lingua. Come in questo caso, di cui eviterò di rivelarvi l’autore: “era sempre più travolto dalla rottura delle sue dighe interiori” – che nel contesto poteva essere tranquillamente sostituito con “Non aveva più nulla da dire”. Evitate le espressioni a effetto che inseguono la precisione scientifica, ma invece approdano a frasi improbabili e pretenziose: “sguardi perimetrali”, “contratture di sentimenti”, “pensieri curvi”. Evitate, normalmente, di essere ampollosi e retorici ed esoterici. Evitate l’enfasi e la prosa esclamativa. Siate semplici, diretti, naturali. Parlate come mangiate, per dir così. Non disprezzate il buon senso, rispettate i vostri lettori. Se quello che scrivete non si capisce, non è colpa del lettore ignorante, ma è colpa vostra che non siete stati chiari quasi sempre.
Vale anche per la critica.
Clelia Marchi e la vita su un lenzuolo
C’è un lenzuolo che custodisce la storia di una vita…