“Canta ancora, ragazza” di Jacqueline Roy (Giulio Perrone editore)
Una storia che fa male, eppure ci ricorda che la parola scritta non è solo dannazione, macigno, ma anche, per fortuna, salvezza, poesia, comunicazione.
Una storia che fa male, eppure ci ricorda che la parola scritta non è solo dannazione, macigno, ma anche, per fortuna, salvezza, poesia, comunicazione.
I racconti della raccolta sono legati da un senso di leggera asfissia, una forma di densità vischiosa in cui i protagonisti si dibattono, a fatica, aguzzini e puniti al tempo stesso per le scelte che fanno.
Un romanzo che ci mostra una mente umana piena di crepe, un cacciatore di umanità vulnerabili, che mette a confronto con la sua stessa vulnerabilità.
La protagonista di questo romanzo ha una passione per i Tarocchi ma deve stare attenta a non lasciarsi sommergere dalle vite delle persone supplicanti che arrivano da lei con domande estreme.
Nel 2040 l’Agenzia Spaziale Africana riceve un misterioso pacco contenente un diario e una serie di registrazioni che sostengono che il mondo come lo conosciamo avrà una durata molto breve.
Questi racconti affrontano la tematica del rapporto tra anima e corpo, tra afflato cieco e bisogno di purezza, nel tentativo di far esplodere la materia di cui siamo fatti.
Un romanzo che parla di ricerca autentica del sé, di delusioni, e di fratture, vere ed emotive, e di seconde e terze possibilità.
Il lirismo del linguaggio usato dall’autrice fa da contraltare alla brutalità esposta e cruda degli schiavisti, personaggi inseriti nel loro tempo e nella loro pelle di sopraffattori
Quando leggi questo libro, in un mondo che brucia e divora in maniera precisa molti dei suoi abitanti, ti chiedi, visto che il male è così evidente, dove stia il bene.
Questo libro ti spalanca un abisso e tu ci guardi dentro e vedi altri esseri come te, che vogliono solo sopravvivere. E poi, inaspettatamente, trovi una storia d’amore.
Il blu è uno stato d’animo, un modo di intendere la vita, la compassione, i rapporti frastornati con il mondo, l’amicizia che ci lega ad altri corpi, il desiderio sessuale, magari violento e mozzafiato.
I protagonisti di questi racconti camminano sul filo sottile del baratro, dell’inazione e dell’auto sabotaggio, e anche quando provano a salvarsi riportano una serie di cicatrici che sono destinate a trasformarli.
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