“Anime” di Christine Schutt (Playground)
A Carlotta e a tutte le altre ragazze la malattia di Astra causa imbarazzo e fascinazione al tempo stesso
“Storie di vite diverse” di Bette Howland (SEM)
La descrizione di umanità dolente e reietta, che tenta di concedersi una tregua
“Euforia” di Elin Cullhed (Mondadori)
L’ultimo anno di vita di Sylvia Plath, vissuto nella campagna umida del Devon
“Stanotte sono un’altra” di Chelsea Hodson (Pidgin)
Non c’è nessuna sbavatura nella sua prosa intima, delicata anche quando racconta di emozioni forti
“Queste montagne bruciano” di David Joy (Jimenez)
Ognuno ha una vita che pesa, il fardello di essere sé stessi in certi casi è troppo difficile da portare
“La lingua dei cani e dei gatti” di Susan Minot (Playground)
Sono racconti dalla trama semplice, in cui le sofferenze dei protagonisti sono legati al loro intimo bisogno di essere visti e amati
“Il colore del tuo sangue” di Paolo Restuccia (Arkadia)
Le fragilità e le ambiguità dei personaggi fanno i conti con una società che vuole incasellare chi sfugge alle classificazioni
“Rainbirds” di Clarissa Goenawam (Carbonio)
Come in tutti i romanzi giapponesi quello che non si vede è assolutamente reale come le cose che possiamo toccare
“L’uomo che aveva visto tutto” di Deborah Levy (NN)
Un romanzo che esce dagli schemi della narrativa e ci trascina nelle sabbie mobili dei mondi paralleli
“Lesioni personali” di Margaret Atwood (Ponte alle Grazie)
Una storia in cui il privato si intreccia al pubblico disastro, alla rivoluzione inaspettata, all’uragano che spazza via le certezze