Scritture

La nostra rivista è un giornale digitale di scrittura creativa. Porta alla luce la produzione migliore dei laboratori della Scuola Genius e il racconto della realtà realizzato dai più bravi scrittori, giornalisti, fotografi e filmaker.

LA DOCCIA

Misi uno sgabello in mezzo alla doccia, aprii l’acqua perché fosse calda al punto giusto, poi lo andai a prendere e, chiusa la valvola dell’ossigeno, l’aiutai ad alzarsi e a camminare fino al bagno.

Sporco – Capitolo 3

L’unico segnale che mi capita di captare è un rombo prima acuto poi grottesco che quasi mi fa cadere a terra ed esplodere la testa.

Ti sbatto!

Un ometto stava prendendo la macchina quando un energumeno gli si parò davanti.

CRONACHE DEL MALPAGÒ #31

Le singolari avventure dei cittadini che vivevano un tempo nella nazione più lontana dalla nostra fortunata Italia

Sporco – Capitolo 2

Sono parallelo al nasone e con l’uccello faccio quello che faceva quel rubinetto un tempo.

Scoperto!

La sera del 21 dicembre 1999 gli abitanti del paese di Borgo Vecchio fanno una grande festa del fuoco, lunga tutta la notte, per celebrare il solstizio d’inverno e il passaggio al nuovo millennio. La mattina dopo si svegliano tutti senza denti.

Sporco – Capitolo 1

Un ragazzo si aggira solitario in un mondo ricoperto di immondizia dall’odore nauseabondo, vive tra la sua tenda logora e un’improvvisata stazione radio in cerca di segnali da altre persone.

Rapsodia nel vento

Adesso, in questo silenzio nuovo, caracollo nel vento. Ondeggio e salgo dal mio vecchio corpo ardente, mi arrotolo e srotolo in spirali nell’aria della notte.

CRONACHE DEL MALPAGÒ #30

Le singolari avventure dei cittadini che vivevano un tempo nella nazione più lontana dalla nostra fortunata Italia

I lampadari sono fatti per cadere

– Mi piace quel lampadario là – disse l’uomo in nero indicando con l’indice della mano senza guanto il lampadario. E il lampadario cadde.

Il Caffè del Diavolo – Sesta puntata

Un odore nauseante di zolfo, lo stesso già percepito da Castelli nei giorni precedenti, fuoriesce dal buco. L’odore ha un retrogusto dolciastro, una pungenza di caffè crudo.

Il velo bianco

Vittoria sobbalzò. Girandosi in cerca della spazzola che aveva posato chissà dove, incontrò gli occhi sgorbi di sua madre. Regina impalata sull’uscio della camera da letto la fissava con la faccia scura.

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