
“Fantasmi di New York” di Jim Lewis (BigSur)
Una città che sembra un luogo di perenne attesa, un insieme di strade pericolose dove si può essere uccisi per pochi dollari, dove la musica risuona tutta la notte.
Una città che sembra un luogo di perenne attesa, un insieme di strade pericolose dove si può essere uccisi per pochi dollari, dove la musica risuona tutta la notte.
Un romanzo provocatorio, intenso, a tratti estremamente disturbante, mette a fuoco il tentativo di scandagliare i nostri angoli bui.
“Io ho scelto di fare neurologia perché mi ero innamorata di Pirandello ed ero affascinata dallo scoprire l’Uno, nessuno e centomila che c’è in ciascuno di noi”.
Il profeta, lacero e con le vesti in fiamme, canta la rovina di un popolo e non di un altro, e quella che per una parte del mondo è una tragedia per un’altra è soltanto una notizia al telegiornale.
“Per me scrivere storie di omicidi è una scelta consapevole: significa trovare il coraggio di non abbassare gli occhi davanti all’abisso che è in noi”.
Il romanzo esplora, prendendo a prestito la vita artistica e privata del trio dei fratelli Brown, noto come “The Browns”, la passione musicale, il desiderio di successo, le trappole che li aspettano verso il loro obiettivo.
“Questo libro è nato come un racconto per ragazzi: incentrato sulla storia di un cavallo, un Paint Horse, e del suo giovane padrone”.
Un romanzo che s’interroga su cosa renda davvero una coppia due individui all’inizio estranei.
Questo romanzo si chiede se si possa vivere anche soffrendo, accettando la sensibilità come parte di un pacchetto di doni.
“Le donne che come me soffrono di endometriosi, siamo chiamate guerriere invisibili poiché di questa patologia purtroppo poco se ne parla”.
Un romanzo che narra la storia di un’estate che ritorna prepotente alle labbra e sulla carta. La fine delle sicurezze che esplodono e ritornano, il tempo che si riavvolge e resta sospeso in aria.
«Volevo chiedermi cosa c’è dietro a certe scelte d’amore. Nel libro a un certo punto la chiamo “una crosta che non riesci a grattare, che il sole non la secca e l’aria non la ossigena”».
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