Vita da scrittore

La nostra rivista è un giornale digitale di scrittura creativa. Porta alla luce la produzione migliore dei laboratori della Scuola Genius e il racconto della realtà realizzato dai più bravi scrittori, giornalisti, fotografi e filmaker.

Sylvia Plath e l’ultima colazione

Sylvia sistemò le fette di pane su un piatto, prese il bricco del latte e il burro e li poggiò sul tavolo, vicino alla sua poesia, scritta su un foglio e lasciata lì.

Villa Malaparte

Alla fine dei lavori l’edificio occupava tutta la larghezza del promontorio, e l’architettura dell’abitazione faceva pensare a una nave incagliata.

Anna Banti suona bene

Anna Banti le piaceva, suonava bene. Era il nome di una parente della famiglia di sua madre. Una nobildonna molto elegante, molto misteriosa che da bambina l’aveva incuriosita parecchio.

Dino Buzzati e la sposa bambina

“La mia contadinotta veneta”, la chiamava lui, quando la guardava con quegli occhi che avevano visto tutto.

Massimo Bontempelli e Il giorno del giudizio

Il barista che lo vede tutti giorni lo saluta, e lo chiama senatore. Lui lo ringrazia, ma lo avverte che a fine giornata senatore potrebbe non esserlo più.

Arthur e Marilyn

Quella mattina ci sarebbero stati i funerali, tutta Hollywood avrebbe glorificato se stessa facendo finta di piangere la bionda più desiderata d’America.

L’ultima casa di Carver

Se non fosse stato così stanco avrebbe camminato ancora un po’, ma si stava alzando un vento freddo che lo invitava a rientrare.

Charles Bukowski e John Fante

Verso sera la biblioteca si riempiva di barboni che cercavano un gabinetto e si addormentavano con la testa sui libri che fingevano di leggere.

Italo Calvino e le lettere d’amore

Erano centinaia le lettere che il giovane intellettuale comunista, pazzo d’amore, aveva scritto quasi ogni giorno alla donna raffinata e bellissima, con dieci anni di più.

Il mare di Ibsen

Quel mare così azzurro e calmo lo inquietava. Lo fissava per ore, cercando di cogliere un’increspatura, qualcosa di nascosto che premeva per uscire fuori.

Pasolini e Mamma Roma

Nella penombra del salotto spicca la pelle bianca del volto di lei, i due occhi invece sono come un grande fazzoletto nero che la fascia sopra il naso.

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