Vita da scrittore

La nostra rivista è un giornale digitale di scrittura creativa. Porta alla luce la produzione migliore dei laboratori della Scuola Genius e il racconto della realtà realizzato dai più bravi scrittori, giornalisti, fotografi e filmaker.

Ada Negri e le solitarie

Pezzi di vita di stiratrici, servette, maestre, operaie, vite difficili, segnate dalla fatica e dagli stenti.

Casa Gor’kij

E così, la notizia che da giorni gira di bocca in bocca presso gli esuli russi è vera: lo zar Nicola II, in occasione dei trecento anni del casato dei Romanov, concede l’amnistia ai fuoriusciti politici dispersi per mezza Europa.

Camilla Cederna e la notte più lunga

Piumino da cipria, l’ha chiamata Indro Montanelli, in spregio alle sue cronache mondane e ai suoi ritratti (spesso al vetriolo) dei vecchi e nuovi ceti milanesi.

La passeggiata di Andersen

Da bambino sognava di fare il ballerino, era magro e leggero, poi, all’improvviso si era ritrovato altissimo e con i piedi enormi, così il sogno era sfumato ancor prima di iniziare.

Thomas Mann e il primo incontro

Gli mancava il suo mare, quello di Travemünde, dalle acque gelide e agitate, a un certo punto gli sembrò quasi di sentirne l’odore, ma forse stava sognando.

L’estate di Tolstoj

L’estate era finita da un pezzo, ma Sonja ripensava spesso a quei giorni rumorosi e felici, quando Lev cavalcava nei boschi di betulle, o andava a caccia di anatre selvatiche con i nomadi del Volga.

La madre di Baudelaire

Ti sembra questa l’ora di rientrare? Un’altra nottata in bianco per colpa tua! Questi strapazzi mi faranno morire… Credevo che anche stavolta i gendarmi ti avessero portato in prigione!

Giuseppe Berto e il male oscuro

Tra le mille paure che lo assediavano ne era spuntata una nuova, che gli faceva più paura di tutte, quella che lo bloccava davanti alla macchina da scrivere.

Lettera a Calvino

Calvino rilesse la lettera che aveva tra le mani, poi reclinò all’indietro la testa fissando un punto indefinito sul soffitto.

Dove my casa, diceva Gregory Corso

Certe notti ancora gli risuonava nelle orecchie la voce di suo padre che gli diceva che non c’era posto in questo mondo per uno “scrittore poeta”, e lui voleva soltanto scrivere, nient’altro.

Bonjour Françoise

In casa, a tavola, devo aspettare il mio turno per parlare ed essendo la più piccola sono sempre l’ultima. Per questo parlo così rapidamente, quasi balbettando, devo recuperare il tempo dell’attesa.

La finestra sulla scuola di Pennac

La casa è vecchia e tutta da rifare e certo, se uno volesse un posto dove scrivere e riflettere in santa pace, non sceglierebbe un appartamento come questo.

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