Ernest, Gertrude e la generazione perduta
Hemingway lasciò la casa di Gertrude Stein che erano quasi le otto, l’ora in cui i camerieri dei bistrot sulla Rue de Fleurus accendevano i lumi e sistemavano i tavolini per la sera.
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Hemingway lasciò la casa di Gertrude Stein che erano quasi le otto, l’ora in cui i camerieri dei bistrot sulla Rue de Fleurus accendevano i lumi e sistemavano i tavolini per la sera.
Lucini rimase a pensare a quell’uomo egocentrico, che si appropriava di tutto senza restituire niente, avido di gloria e benefici per sé, vanesio e retorico.
«Pier Paolo carissimo, ti metto senz’altro al corrente della nostra situazione come si presenta alla data di oggi 27 novembre…».
Corrado Govoni posò la penna vicino al calamaio di cristallo, ora doveva solo aspettare che si asciugasse l’inchiostro dell’ultima pagina.
Pezzi di vita di stiratrici, servette, maestre, operaie, vite difficili, segnate dalla fatica e dagli stenti.
E così, la notizia che da giorni gira di bocca in bocca presso gli esuli russi è vera: lo zar Nicola II, in occasione dei trecento anni del casato dei Romanov, concede l’amnistia ai fuoriusciti politici dispersi per mezza Europa.
Piumino da cipria, l’ha chiamata Indro Montanelli, in spregio alle sue cronache mondane e ai suoi ritratti (spesso al vetriolo) dei vecchi e nuovi ceti milanesi.
Da bambino sognava di fare il ballerino, era magro e leggero, poi, all’improvviso si era ritrovato altissimo e con i piedi enormi, così il sogno era sfumato ancor prima di iniziare.
Gli mancava il suo mare, quello di Travemünde, dalle acque gelide e agitate, a un certo punto gli sembrò quasi di sentirne l’odore, ma forse stava sognando.
L’estate era finita da un pezzo, ma Sonja ripensava spesso a quei giorni rumorosi e felici, quando Lev cavalcava nei boschi di betulle, o andava a caccia di anatre selvatiche con i nomadi del Volga.
Ti sembra questa l’ora di rientrare? Un’altra nottata in bianco per colpa tua! Questi strapazzi mi faranno morire… Credevo che anche stavolta i gendarmi ti avessero portato in prigione!
Tra le mille paure che lo assediavano ne era spuntata una nuova, che gli faceva più paura di tutte, quella che lo bloccava davanti alla macchina da scrivere.
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