Bonjour Françoise
In casa, a tavola, devo aspettare il mio turno per parlare ed essendo la più piccola sono sempre l’ultima. Per questo parlo così rapidamente, quasi balbettando, devo recuperare il tempo dell’attesa.
È tra i fondatori della Scuola di scrittura creativa Genius. Dopo gli studi in Storia e Letteratura italiana, scrive diversi racconti autobiografici e articoli in cui descrive incontri con autori. Ha curato l’antologia di racconti A Roma San Giovanni e tiene la rubrica Vita da scrittore sulla rivista letteraria Dentro la lampada, nella quale narra opere e aneddoti di grandi personaggi letterari.
In casa, a tavola, devo aspettare il mio turno per parlare ed essendo la più piccola sono sempre l’ultima. Per questo parlo così rapidamente, quasi balbettando, devo recuperare il tempo dell’attesa.
La casa è vecchia e tutta da rifare e certo, se uno volesse un posto dove scrivere e riflettere in santa pace, non sceglierebbe un appartamento come questo.
Sylvia sistemò le fette di pane su un piatto, prese il bricco del latte e il burro e li poggiò sul tavolo, vicino alla sua poesia, scritta su un foglio e lasciata lì.
Alla fine dei lavori l’edificio occupava tutta la larghezza del promontorio, e l’architettura dell’abitazione faceva pensare a una nave incagliata.
Anna Banti le piaceva, suonava bene. Era il nome di una parente della famiglia di sua madre. Una nobildonna molto elegante, molto misteriosa che da bambina l’aveva incuriosita parecchio.
“La mia contadinotta veneta”, la chiamava lui, quando la guardava con quegli occhi che avevano visto tutto.
Il barista che lo vede tutti giorni lo saluta, e lo chiama senatore. Lui lo ringrazia, ma lo avverte che a fine giornata senatore potrebbe non esserlo più.
Quella mattina ci sarebbero stati i funerali, tutta Hollywood avrebbe glorificato se stessa facendo finta di piangere la bionda più desiderata d’America.
Se non fosse stato così stanco avrebbe camminato ancora un po’, ma si stava alzando un vento freddo che lo invitava a rientrare.
La mattina del suo settantesimo compleanno Kenzaburō Ōe era stato svegliato da un allegro cinguettio.
Verso sera la biblioteca si riempiva di barboni che cercavano un gabinetto e si addormentavano con la testa sui libri che fingevano di leggere.
Erano centinaia le lettere che il giovane intellettuale comunista, pazzo d’amore, aveva scritto quasi ogni giorno alla donna raffinata e bellissima, con dieci anni di più.
Scuola di scrittura creativa. Accompagniamo un autore dai primi passi fino alla pubblicazione, valutiamo racconti e romanzi, organizziamo laboratori per film maker e giornalisti digitali.
E ti stiamo aspettando.
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