Giuseppe Berto e il male oscuro
Tra le mille paure che lo assediavano ne era spuntata una nuova, che gli faceva più paura di tutte, quella che lo bloccava davanti alla macchina da scrivere.
Lettera a Calvino
Calvino rilesse la lettera che aveva tra le mani, poi reclinò all’indietro la testa fissando un punto indefinito sul soffitto.
Dove my casa, diceva Gregory Corso
Certe notti ancora gli risuonava nelle orecchie la voce di suo padre che gli diceva che non c’era posto in questo mondo per uno “scrittore poeta”, e lui voleva soltanto scrivere, nient’altro.
Bonjour Françoise
In casa, a tavola, devo aspettare il mio turno per parlare ed essendo la più piccola sono sempre l’ultima. Per questo parlo così rapidamente, quasi balbettando, devo recuperare il tempo dell’attesa.
La finestra sulla scuola di Pennac
La casa è vecchia e tutta da rifare e certo, se uno volesse un posto dove scrivere e riflettere in santa pace, non sceglierebbe un appartamento come questo.
Sylvia Plath e l’ultima colazione
Sylvia sistemò le fette di pane su un piatto, prese il bricco del latte e il burro e li poggiò sul tavolo, vicino alla sua poesia, scritta su un foglio e lasciata lì.
Villa Malaparte
Alla fine dei lavori l’edificio occupava tutta la larghezza del promontorio, e l’architettura dell’abitazione faceva pensare a una nave incagliata.
Anna Banti suona bene
Anna Banti le piaceva, suonava bene. Era il nome di una parente della famiglia di sua madre. Una nobildonna molto elegante, molto misteriosa che da bambina l’aveva incuriosita parecchio.
Dino Buzzati e la sposa bambina
“La mia contadinotta veneta”, la chiamava lui, quando la guardava con quegli occhi che avevano visto tutto.
Massimo Bontempelli e Il giorno del giudizio
Il barista che lo vede tutti giorni lo saluta, e lo chiama senatore. Lui lo ringrazia, ma lo avverte che a fine giornata senatore potrebbe non esserlo più.