SCRITTORE: Tarologa delle mie brame, dimmi: se la storia che oggi suggerirai si potesse mangiare… sarebbe prosciutto o salame?
TAROLOGA: No, ti prego… a tutto c’è un limite!
SCRITTORE: Guarda che non sto scherzando. In una fetta di prosciutto il grasso e il magro sono nettamente distinti; mentre in una fetta di salame è impossibile separarli.
TAROLOGA: Se di metafora si tratta, non riesco a coglierla.
SCRITTORE: Ti ricordi l’ultima volta? La carta del Male apriva il tiraggio e quella del Bene lo chiudeva. Cioè, si distinguevano a prima vista, come il grasso e il magro nel prosciutto.
TAROLOGA: (Sprigiona un lungo sospiro in segno di disfatta, senza attendere un mio segnale procede all’estrazione delle carte).
TAROLOGA: Abbiamo un tiraggio chiuso.
SCRITTORE: Si direbbe una storia con una protagonista donna. Quel librone tra le mani della Papessa mi fa pensare a una scrittrice.
TAROLOGA: La Maison nel passato, quando esce al dritto, può indicare in effetti una casa editrice con un contratto firmato. La Giustizia al presente rafforza l’ipotesi, poiché si riferisce ad accordi di natura commerciale, all’assistenza di un legale, ma anche a un senso di giustizia che si riceve per aver compiuto qualcosa d’importante nella vita. La Papessa al futuro, con il libro fra le mani, si dedica allo studio di discipline molto particolari, che per tanto tempo sono rimaste segrete e appannaggio di pochi.
SCRITTORE: Quindi lei è una scrittrice che si diletta di temi esoterici, con una casa editrice che le pubblica tutto quello che scrive.
TAROLOGA: Oggi ti voglio dimostrare come l’interpretazione delle carte può essere falsata dalle suggestioni che le stesse immagini possono dare.
SCRITTORE: Perché? Sembrerebbe tutto perfetto.
TAROLOGA: Si potrebbe ragionare su quella Giustizia che con la spada sguainata intercetta la Maison, pensando a una richiesta di tagli da parte dell’editore, oppure a una rivisitazione dell’aspetto più propriamente economico. A seguire, anche la Papessa potrebbe riservarci delle sorprese, perché è una carta sinonimo di lentezza, che indica ritardi nella realizzazione.
SCRITTORE: Ho capito! La nostra eroina, dopo aver terminato la stesura del suo ultimo libro, si aspetta il solito trattamento vantaggioso da parte dell’editore, ma questo, inspiegabilmente, cambia attitudine.
TAROLOGA: Come vedi, mio caro, nella lettura dei Tarocchi bisogna mettere la giusta distanza e mai sentirsi sicuri di quello che si sa. Bene e Male sono mescolati in parti uguali, non sempre è facile distinguerli.
SCRITTORE: Come il grasso e il magro nel salame.
TAROLOGA: Per favore…
SCRITTORE: Scusa, scusa. Comunque la trama adesso ce l’ho chiara. Dietro le richieste dell’editore, in termini di tagli al manoscritto e di ribassi economici, c’è un tentativo di mobbing ai danni della protagonista. La casa editrice vuole migrare il suo catalogo verso ambiti più commerciali, estranei a qualsiasi contaminazione esoterica, pertanto, la nostra eroina diventa all’improvviso una zavorra di cui privarsi. Lei, d’altronde, non è più giovane; la certezza di aver trovato una casa editrice affidabile, che avrebbe accolto le sue creazioni fino al termine della carriera, le ha impedito di potenziare la sua rete di contatti. Così, dal giorno alla notte, si ritrova in mezzo a una strada.
TAROLOGA: Anche stavolta sei riuscito a deprimermi.
SCRITTORE: Nelle storie, per risalire la china, bisogna prima aver toccato il fondo. Succede anche nella vita.
TAROLOGA: Speriamo che nel folto pubblico di lettori e lettrici della rubrica qualcuno si prenda la briga di far risalire la china alla nostra protagonista.
SCRITTORE: Io e te ci rivediamo la settimana prossima, giusto?
TAROLOGA: Ma non è Natale?
SCRITTORE: Noi andiamo avanti a prescindere, costanti, una storia alla volta.
TAROLOGA: Come una fotocopiatrice… o una stampante.
SCRITTORE: No, come un’affettatrice.