SCRITTORE: Tarologa delle mie brame, dimmi: quale fior fiore di storia sboccerà grazie al tuo esame?
TAROLOGA: Tanto le parole in “ame” prima o poi finiranno… licenza poetica a parte, sarebbe corretto dire nostro esame, non tuo. Nel senso che tra chi consulta le carte e chi le interpreta sussiste sempre un rapporto di fusione intima.
SCRITTORE: Intima?
TAROLOGA: Voglio dire profonda, non fraintendere.
SCRITTORE: Ah, ecco. Sai, noi scrittori…
TAROLOGA: Lo so, non siete i massimi esponenti del politically correct.
SCRITTORE: Appunto. Dunque, vogliamo partire con il nostro esame congiunto, o per meglio dire la fusione intima tra le nostre facoltà immaginative l’una compenetrata nell’altra?
TAROLOGA: (Dice di no con aria rassegnata, mescola le carte e dal mucchio ne estrae tre).
TAROLOGA: Vediamo se hai studiato: il tiraggio è chiuso o da chiudere?
SCRITTORE: Mmm… da chiudere! Perché l’Imperatore ha lo sguardo sospeso nel vuoto. Quindi bisogna estrarre una carta supplementare in modo da capire cosa sta guardando.
TAROLOGA: D’accordo, ma prima di fare questo?
SCRITTORE: Prima di fare questo… prima di fare questo… ah sì, dobbiamo commentare le carte di passato, presente e futuro, perché sono le più importanti.
TAROLOGA: Al netto di qualche difettuccio di terminologia, direi missione compiuta! Comunque, sembra che Temperanza ti stia col fiato sul collo in queste settimane. Vuole forse dirti qualcosa che tu fai finta di non ascoltare?
SCRITTORE: Sarà perché sono smanioso di arrivare da qualche parte.
TAROLOGA: Sono sicura che sai fare meglio di così.
SCRITTORE: Beeeeh… niente, non ci arrivo.
TAROLOGA: L’Imperatore dà il via alle danze e Temperanza le chiude. L’Imperatore è una figura solida, stabile, rappresenta tutto ciò che è concreto, affidabile. Questa lettura è confortata dalla presenza della Papessa e di Temperanza, uscite dritte, quasi volessero asseverare e proteggere ciò che l’Imperatore vuole realizzare.
SCRITTORE: Realizzare qualcosa di limpido o di losco?
TAROLOGA: Per saperlo dobbiamo mettere lo sguardo. (Asporta una carta dal cumulo che giace sul suo tavolo).
SCRITTORE: Cacchio, la morte…
TAROLOGA: Non ti azzardare! Si chiama Arcano XIII o Arcano senza nome! Non ha nulla a che fare con la morte, o meglio… la morte è solo una sfaccettatura.
SCRITTORE: Scusa, è la smania.
TAROLOGA: Quindi abbiamo Arcano XIII che apre il tiraggio e Arcano XIV che lo chiude. La coppia esoterica per eccellenza. Male e Bene, Malattia e Guarigione, Rabbia e Perdono, Paura e Protezione.
SCRITTORE: Vuol dire che alla fine trionferà il Bene.
TAROLOGA: Dobbiamo affrontare le parti più nascoste di noi stessi, capire quanta luce e quanta oscurità c’è in noi per rimanere con i piedi ben piantati per terra…
SCRITTORE: Mi fai pensare a un personaggio.
TAROLOGA: … Per non perdere l’equilibrio ogniqualvolta un cambiamento improvviso, un dolore inaspettato, stravolga le nostre sicurezze.
SCRITTORE: E la Papessa in tutto questo che ruolo svolge?
TAROLOGA: La Papessa guarda le spalle dell’Imperatore, promettendogli di custodire il suo segreto.
SCRITTORE: Segreto? Hai detto segreto?
TAROLOGA: Gli dà il tempo necessario per realizzare il suo progetto purché lui affronti le sue paure e non tema il cambiamento che tutto questo comporterà.
SCRITTORE: Allora ho capito. Il protagonista è un agente segreto che ha a che fare con la morte. Uno con licenza di uccidere, per capirci. Ha un capo donna, solerte burocrate – di quelli che per rimanere nell’ombra si firmano con una lettera secca dell’alfabeto, per capirci – che protegge la sua identità, in modo che porti a termine le sue missioni nel modo più concreto possibile, quasi chirurgico. Tutto questo, non fine a se stesso, ma perché alla fine il Bene trionfi sul Male, la Vita sulla Morte.
TAROLOGA: Il tuo eroe mi ricorda qualcuno. Per caso il suo nome è…
SCRITTORE: Shhhh!
TAROLOGA: Non si può dire?
SCRITTORE: È un segreto, altrimenti mi licenziano. Riesci a custodirlo nel tuo intimo per qualche giorno? Diciamo… una settimana?