Il ragazzo nuovo, alto e magro, si aggirava tutto solo per la «Residencia de Estudiantes» di Madrid, la più prestigiosa Università spagnola dell’epoca. Federico, uno degli allievi più anziani, lo seguiva con lo sguardo dalla finestra della sua stanza: quel ragazzo indossava con grazia un ampio mantello e il cappello a tese larghe non riusciva a nascondere i capelli, lunghissimi e neri.
Di lui sapeva solo il nome, Salvador Dalì. Non avrà più di diciotto anni, pensò, e si sente solo.
Decise che lo avrebbe invitato nella sua stanza, che ormai aveva trasformato nel salotto letterario meglio frequentato da scrittori e intellettuali che venivano ad ascoltarlo declamare le sue poesie.
Il ragazzo, quasi chiamato dallo sguardo insistente di Federico, rallentò il passo, si voltò e guardò in direzione della finestra. Federico gli fece un gran sorriso e con un cenno gli intimò di aspettare, di non andarsene.
Mentre scendeva di corsa le scale, un brivido di eccitazione lo attraversò tutto, come una scossa elettrica.
Già si vedeva con il giovane Salvador sulla spiaggia di Cadaqués, le sue gambe lunghe e nude, entrambi avvolti dalla luce di un tramonto d’oro scuro.
Bibliografia:
Federico Garcia Lorca, Tutte le poesie, 2 voll., Garzanti.