Mi’ sorella

Due gemelle escono con lo stesso ragazzo. Oppure no.

Ci sono due cose dei falò che mi danno fastidio: la sabbia nelle mutande e la puzza di birra. Mi fa schifo, a me, la birra, e stasera dovrò anche berla. La sabbia nelle mutande, invece no, almeno quella non ce l’avrò; l’unica cosa positiva di essere costretta a mettere i jeans.

Di solito non porto jeans, non bevo birra e, soprattutto, lascio i capelli ricci, riccissimi. Mi riconoscono tutti per questo. Sono ricci e rossi.

“Tua sorella non verrà neanche stasera?” Mi chiede Danilo.

“No, è partita! Te l’ho detto mille volte!”

“Ma non torna?”

“None!”

“Ah! Però non capisco.”

“Perché non capisci? Ti ha anche salutato!”

“Sì ma non mi ha più scritto.”

“Ah, ma tranquillo. Non scrive neanche a me.”

Arriviamo in spiaggia, Roberto e Federico hanno già acceso il fuoco e Massimiliano cerca dei brani adatti, dall’archivio del suo telefono.

“Facciamo obbligo o verità?” Propone quella cretina di Clelia. Spera ancora di finire dentro la cabina con Michael, che però è frocio e lei lo sa pure, ma non si dà per vinta e poi uscirà piangendo e lui pure. Cheppalle.

Intanto questo ancora mi tortura co’ sta storia di mia sorella.

“Obbligo o verità?”

“Obbligo” sceglie Danilo. E ci ritroviamo noi, chiusi nella cabina.

“Tranquilla. Io amo tua sorella. E anche lei ama me. Sto pensando di ripartire con te e farle una sorpresa.”

“Bravo. Le farà piacere”

Usciamo dalla cabina, tra gli applausi. Ora tocca a me: “Obbligo o verità?”

Faccio una pausa, prendo un respiro: “Verità”

“Chi si è fatta più ragazzi. Tu o tua sorella.”

“Ci siamo fatte gli stessi ragazzi.”

“Ma come?” Esclamano un po’ tutti, tra risate e imbarazzo.

“Quelli che si è fatta lei, mi sono fatta pure io. Perché mia sorella… sono io.”

“In che senso?” Esclama Danilo con gli occhi sgranati.

“Nel senso che rompevi talmente i coglioni, che ti ho detto che partivo, mi sono allisciata i capelli e sono tornata in spiaggia a continuare la vacanza in santa pace, dicendoti che sono mia sorella gemella, che porta i jeans, beve birra e, soprattutto, non è innamorata di te.”

“Ma tu ce l’hai una sorella?”

“No”

Lui ha gli occhi umidi. Lo fisso e comincio a sentirmi a disagio, la sabbia mi ha fregato, è riuscita a entrare nelle mutande anche attraverso i jeans.

Non si trattiene più e le lacrime gli colano sulle lentiggini, mentre a me, intanto, me rode er culo.

Dopo una lunga pausa, sussurra.

“Ho capito, non ho mi incontrato una stronza simile. Posso tornare lo stesso a casa con te?”

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Claudia Colaneri

Claudia Colaneri lavora in ambito sociale come operatrice e formatrice, specializzata in teatro integrato, metodo autobiografico, scrittura creativa, musicoterapia. Per lei, scrivere è una forma di comunicazione non autoreferenziale, ma interpersonale. Quando la scrittura viene messa al servizio degli altri non è più solo arte, ma diviene un fenomeno sociale e un potentissimo atto rivoluzionario.

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