L’orario elastico

Il protagonista del racconto è un impiegato con una ferrea routine, insofferente a ogni piccolo cambiamento. Un giorno sceglie un kiwi, anziché una mela a colazione, e questo lo porterà allo stravolgimento totale delle sue abitudini.

Primo giorno

6:45 Sveglia

6:50 Doccia

7:00 Colazione, caffè, tre biscotti e una mela, uso come al solito la tazzina che mi aveva regalato Laura non riesco a farne a meno

7:20 Esco di casa

7.30 Prendo la metropolitana, durante il viaggio osservo le persone sul vagone e costruisco su una di loro mentalmente una storia, tutte le mattine scelgo un passeggero e fantastico su di lui, immagino la sua vita, dove abita, il suo passato, i suoi desideri e talvolta anche il suo futuro. Oggi ho scelto un tipo di mezz’età con gli occhiali, stempiato, una borsa di pelle e l’atteggiamento da manager di serie B

8:00 Raggiunto l’ufficio timbro il cartellino, ormai da tempo è stata inserito anche nella mia azienda l’orario elastico, ma non fa proprio per me, non vedo proprio perché dovrei rinunciare alle mie abitudini

8:10 Metto su carta la storia inventata sul passeggero di turno, poi la ripongo in un cassetto come faccio da anni. In quel cassetto ormai abitano centinaia di storie di passeggeri della metro, una città intera collezionata

8:20 Inizio il mio lavoro, ufficio amministrativo

13:00 Pausa pranzo

16:00 Esco dal lavoro

16:45 Spesa della settimana nello stesso supermercato dove andavo con Laura

17:00 Ritorno a casa, da quando è a finita la storia con Laura la mia vita è tutta qui, devo ammettere un po’ monotona

23:00 Mi metto a letto

 

Secondo giorno

6:45 Sveglia

6:50 Doccia

7:00 Colazione caffè, tre biscotti e una mela

7:20 Esco di casa

7:30 Prendo la metropolitana… ancora lei, ma cosa avrà da guardare? Ogni tanto si presenta questa ragazza pienotta, sulla trentina che mi scruta, io non la conosco, ma cosa osserva? Provo a fare la storia del giorno su di lei, ma non ci riesco, lei mi guarda, per costruire le storie sugli sconosciuti ho bisogno di distanza: scelgo allora una vecchia con il barboncino in braccio

8:00 Timbro il cartellino

8:10 Metto su carta le mie fantasie e la storia inventata sul passeggero di turno, la ripongo nel cassetto. Mi accorgo che la storia del giorno è l’unica cosa che mi permette di distinguere un giorno dall’altro

13:00 Pausa pranzo

13:45 Vado al bar sotto l’ufficio a prendere il caffè, ho un sussulto, la ragazza della metro è seduta a un tavolino, mi guarda e sorride… oddio ma che ci fa qui, è una persecuzione, non rispondo al sorriso, volto lo sguardo e tiro dritto

16:00 Esco dal lavoro

16:45 Vado al negozio di animali, acquisto i croccantini per il gatto… il gatto me lo ha lasciato Laura, sennò col cavolo che c’avevo un gatto

17:00 Ritorno a casa

23:00 mi metto a letto

 

Terzo giorno

6:45 Sveglia

6:50 Doccia

7:00 Colazione caffè tre biscotti e… cavolo, finite le mele, prendo un kiwi… e un po’ mi destabilizza

7:20 Esco di casa

7:30 Prendo la metropolitana, scelgo la persona da osservare per la storia… no di nuovo lei, ma che fa si avvicina? Viene verso di me, ha un libro in mano, si ferma proprio di fronte a me,  mi guarda negli occhi e poi mi porge il libro dicendo: “Qui dentro ci sei tu, ti devo ringraziare, senza saperlo sei stato l’ispirazione per il mio romanzo di avventura, ti osservo da mesi e costruisco fantasie su di te, ti ho fatto diventare il protagonista di un romanzo di spionaggio, uno 007 pieno di passione e coraggio”. “Io!” rispondo barcollando…  “Avventura?” Dico ancora più sorpreso, mentre l’intero vagone mi sembra abbia deciso di roteare intorno a me. “Sì”, risponde lei con voce allegra, “Qui c’è quello che io ho pensato sia la tua vita fuori da questo vagone”. Mentre cerco di far uscire una qualche parola o almeno un suono gutturale dalla bocca impastata lei mi ha già voltato le spalle … è arrivata la sua fermata.

7:45 La metropolitana mi deposita alla mia fermata

7:50 Mi accorgo di aver sbagliato strada

7:55 Torno sulla retta via

8:05 Timbro il cartellino per la prima volta dopo anni in ritardo… il collega sostiene che tanto c’è l’orario elastico, gli rispondo: “Che cosa ne sai tu dei miei orari, imbecille, io mica sono elastico”

8:10 Mi accorgo di non aver creato la storia del giorno, comincio a pensare che tutto questo pandemonio sia nato dal fatto che ho preso il kiwi al posto della mela questa mattina

8:15 Invece di cominciare a lavorare leggo il romanzo che mi ha dato la ragazza che scopro dalla copertina chiamarsi Lucia, mi osservo nel personaggio che ho ispirato a Lucia come in uno specchio, mi sembra di sentire l’eco di qualcosa che proviene dal passato o forse dal futuro.

13:00 Preso dalla lettura del libro mi scordo della pausa pranzo, si crea un capannello di colleghi intorno a me convinti che stia male, grugnisco: “Beh che volete, c’è l’orario elastico, no?”

16:05 Esco dal lavoro, ho timbrato 5 minuti in ritardo, orario elastico mica vuole dire che fai come ti pare

16:45 Dimentico di ritirare i panni in lavanderia

17:00 Torno a casa esausto manco fossi rientrato da un’escursione nella foresta amazzonica, tengo stretto il romanzo di Lucia tra le mani, mi sento diverso dal solito, confuso ma felice

23:30 Trovo una vecchia bottiglia di whisky che avevo comprato con Laura, me ne verso un paio di bicchieri, non sono più abituato, mi stendo e mi addormento vestito sul divano

 

Una settimana dopo

7:35 Sveglia

7:45 Doccia, più lunga del solito, oggi sono pigro

8:15 Colazione, cappuccino, cornetto, uno yogurt e la mela, quella mi piace comunque…

8:25 Esco di casa e corro come un matto per non perdere la metro delle 8:30

8:30 Sono sulla metro tutto sudato, mi siedo e apro il bloc-notes per prendere appunti sulla storia di oggi, mi guardo in giro per scegliere il soggetto. Incontro lo sguardo di Lucia, divento tutto rosso. Lei si avvicina sorridente e mi dice: “Ehi eccoti qui è una settimana che ti cerco sulla metro delle 7:30, che fine hai fatto? Volevo sapere se ti era piaciuto il mio, anzi, il nostro romanzo”. “Il romanzo è bellissimo” faccio io, “Ma sei sicura che guardavi proprio me per ispirarti? Quanto alla metro, non prendo più quella delle 7:30, ora cambio spesso sai… ho scelto l’orario elastico”.

Condividi su Facebook

Roberto Latella

Roberto Latella, sociologo e counselor, lavora in ambito sociale come formatore e supervisore di servizi alla persona, esperto di tematiche educative. Utilizza le metodologie narrative e la metafora in ambito formativo e sociale. Ha incontrato la scuola Genius alla ricerca di nuovi stimoli sul terreno della narrazione. Per lui la scrittura è uno spazio di espressione e contatto con il mondo, un ponte per conoscere la realtà attraverso lo specchio del proprio sguardo.

Tag

Potrebbe piacerti anche...

Dentro la lampada

Ritorno

Una vecchia foto fa riaffiorare tutte le emozioni del primo amore.

Leggi Tutto
Apri la chat
Dubbi? Chatta con noi
Ciao! Scrivimi un messaggio per dirmi come posso aiutarti :)