“SE SON ROSE SFIORIRANNO” di Daniele Cini (Giunti – Terzo Tempo)

Se son rose sfioriranno è un originale capovolgimento del genere rosa che, con protagonista maschile, cambia tutti i connotati.

Se son rose sfioriranno è un originale capovolgimento del genere rosa che, con protagonista maschile, cambia tutti i connotati. Il desiderio di Saverio, infatti, non è quello di conquistare la passione, il coinvolgimento totali quanto quello di sfuggirli. Rinunciatario, assiste da testimone alla sua vita. Eppure esiste qualcosa che Saverio ama con tutta l’anima: il mondo vegetale. Sceglie perciò la professione di giardiniere seguendo una specie di chiamata vocazionale. Saverio è un emblematico “attivista della passività”.

Beh non si può non parteggiare per lui, nel tentativo, che inizialmente appare un po’ disperato, di far pace con la propria virilità. Raccontata insieme al dolore di una passionalità compressa e “virtuale”. Le difficoltà di Saverio sono legate, oltre che al timore del coinvolgimento passionale e alla sofferenza che comporta, anche alla ricerca di un eros totalmente scevro dall’elemento aggressivo e di esercizio di ‘dominanza’.  Appassiona la problematicità di un uomo sensibile, mite e, perciò, incapace di erigere la propria virilità a totem; in continua lotta per ridimensionare la violenza e l’esuberanza degli impulsi suoi e della compagna. A meno che l’iniziativa non sia di lei.

L’entusiasmo travolgente della ex-moglie Angelica, onestamente, mi ha conquistata più del fascino sofisticato delle amate Greta e Lorenza. Ma, come nei migliori casi, la sfida di imbastire un intreccio, che è disegnarsi un perimetro di contenimento, è vinta con una capacità di grande respiro, densità e profonda “ricerca di senso” che pervade il percorso di Saverio. La sfida è vincere o perdere una battaglia esistenziale, non solo conquistare e consolidare un amore già ostacolato dal matrimonio di Lorenza. L’alternanza di prima e terza persona, che ridimensiona la visione soggettiva di Saverio, ci permette di  condividere altri punti di vista ed esplorare a fondo il suo universo affettivo. Ci sono poi le tante raffinatezze stilistiche e di lingua a cui accenno appena perché c’è molto di più in questo libro, leggero e profondo. Sofferto, tutt’altro che frivolo. Una storia così non è solo bella da leggere. Perché, raggiunto lo snodo, quando non sono riuscita a rimandare al giorno successivo, la lettura mi ha commosso. Ho sospeso quanto avevo da fare e ho pianto, di dolore di gioia, come se una scaglia di ghiaccio si sciogliesse, medicando la ferita originaria. Quel punto, il confronto con la sua amica Aurora, scuote e trasforma. Insieme a Saverio, anche chi legge.

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Luisa Ramundo

Allieva di Paolo Restuccia, che dirige il cantiere dei suoi romanzi, svolge attività giornalistica. Redattrice di rubriche di narrativa per molte testate online e cartacee, come l’inserto libri della Rinascita della Sinistra.  Attività di corrispondente estera per riviste brasiliane. Particolarmente attenta alle evoluzioni della narrativa sudamericana, ha tradotto lavori letterari di autori di narrativa brasiliana, tra cui Fernando Sabino, José J. Veiga, Otto Lara Resende, Carlos Eduardo Novães e ha curato rubriche dedicate alla letteratura brasiliana.

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