Tre storie che non sai sullo zabaione

Oggi Andrea Fassi ci racconta tre storie sullo zabaione, una crema dolce a base di uova, zucchero e vino.
  1. L’inventore dello zabaione sembra sia Padre Pasquale de Baylon nel XVI secolo. Viveva a Torino e le dame della città andavano da lui per un motivo specifico. Cuoceva questa crema giallognola a base di tuorlo d’uovo, Marsala e zucchero, utile alle signore insoddisfatte sessualmente dai propri mariti. Il successo arrivò velocemente, oltre l’uso afrodisiaco, la crema sembrava fosse di una bontà unica, come ancora è in alcuni luoghi in Italia. Le dame pregavano così il parroco:

San Pasquale Baylonne protettore delle donne

deh, trovatemi un marito, bianco, rosso e colorito

ma di certo: a voi uguale

o glorioso san Pasquale.

  1. La prima vera originale ricetta dello zabaione: «Per far un zambalione: Si pigliarà ova fresche sei, zuccaro fino in polvere libra una e meza, vino bianco oncie sei, il tutto si sbatterà insieme, e poi si pigliarà un tegame di pietra vitriato a portione della detta composizione, si mettarà due once di butiro a disfar nel tegame, quando sarà disfato si butterà la composizione dandogli fuoco sotto e sopra. Se si vorrà mettere nella composizione cannella pista se ne mettarà un quarto, se si vorrà ammuschiar conforme il gusto, avertendo però alla cottura che non si intostisca troppo. Puoi fare ancora il zambalione in questa maniera: pigliarai oncie due di pistacchi mondi, pellati e poi pistati nel mortaio e stemprali con il vino, che va fatto il zambalione, e questo zambalione serve assai per i cacciatori, perché alla mattina, avanti vadino alla caccia, pigliano questo; se per sorte perdessero il bagaglio possano star così sino alla sera; se può fare con il latte di pignoli, come di sopra, e per convalescenti, che non possono pigliar forza, si fa col seme di melone.»
  2. C’è un’altra possibilità sulla nascita dello zabaione. Giovan Paolo Baglioni, capitano di ventura, era accampato nei pressi di Reggio Emilia con le sue truppe quando si ritrovò a corto di viveri. Mandò i suoi soldati a razziare le campagne circostanti. La zona era risaputo fosse povera, anche perché continuamente saccheggiata di quel poco di cui disponeva. La truppa ritornò con un bottino esiguo:  Uova, farina e qualche fiasco di vino bianco. Non avendo altro a disposizione, Il capitano di ventura fece mescolare tutto a fuoco lento, ottenendo una miscela calda e semiliquida. Venne distribuito alla truppa sembra conferendo vigore ed energia.

Il termine Zabaione sarebbe di estrazione francese: da buillon (brodo), uno dei lasciti delle tante occupazioni militari, perciò il brodo di Giovanni divenne Jean Bouillon poi, per contrazione dialettale reggiana, “Zvàn Bajoun”, quindi  Zambajoun e infine Zabajone.

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Andrea Fassi

Pronipote del fondatore del Palazzo del Freddo, Andrea rappresenta la quinta generazione della famiglia Fassi. Si laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali coltivando l’interesse per la scrittura. Prima di seguire la passione di famiglia, gira il mondo ricoprendo diversi ruoli nel settore della ristorazione ed entrando in contatto con culture lontane. Cresciuto con il gelato nel sangue, ama applicare le sue esperienze di viaggiatore alla produzione di gusti rari e sperimentali che propone durante showcooking e corsi al Palazzo del Freddo. Ritorna al passato dando spazio al valore dell’intuito invece dei rigidi schemi matematici in cui spesso oggi è racchiuso il mondo del gelato. Combina la passione per il laboratorio con il controllo di gestione: è l’unico responsabile del Palazzo del Freddo in qualità di Amministratore Delegato e segue la produzione dei locali esteri in franchising dell’azienda. In costante aggiornamento, ha conseguito il Master del Sole 24 Ore in Food and Beverage Management. La passione per la lettura e la scrittura lo porta alla fondazione della Scuola di scrittura Genius nel 2019 insieme a Paolo Restuccia, Lucia Pappalardo, Luigi Annibaldi e ad altri editor e scrittori. Premiato al concorso “Bukowsky” per il racconto “La macchina del giovane Saleri”, riceve il primo premio al concorso “Esquilino” per il racconto “Osso di Seppia” e due menzioni speciali nei rispettivi concorsi “Premio città di Latina” e “Concorso Mario Berrino”. Il suo racconto “Quando smette di piovere”, dedicato alla compagna, viene scelto tra i migliori racconti al concorso “Michelangelo Buonarroti”. Ogni martedì segue la sua rubrica per la scuola Genius in cui propone racconti brevi, pagine scelte sui sensi e aneddoti dietro le materie prime di tutto il mondo. Per la testata “Il cielo Sopra Esquilino” segue la rubrica “Esquisito” e ha collaborato con il sito web “La cucina italiana” scrivendo di gelato. Docente Genius di scrittura sensoriale, organizza con gli altri insegnanti “Il gusto per le storie”, cena evento di degustazione di gelato in cui le portate si ispirano a libri e film.

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