“Oh William!” di Elizabeth Strout (Einaudi)

L’analisi del loro rapporto finisce per diventare per Lucy e William l’accettazione dei loro limiti.

La trilogia iniziata con Mi chiamo Lucy Barton e Tutto è possibile, trova in questo romanzo, una sorta di epilogo, quando Lucy, ormai scrittrice affermata e affrancata, almeno in apparenza, dalla miseria emotiva e fisica nella quale è cresciuta, vedova del secondo marito, si riavvicina al primo, e padre delle due figlie, William. Nel riprendere il filo del loro rapporto, mai davvero interrotto, non c’è alcuna intenzione romantica, del resto, entrambi hanno preso altre strade: William ha avuto addirittura una bambina con la terza moglie, e Lucy sta ancora tentando di trovare un’identità nel mondo. Lucy si sente sempre invisibile, ancorata al passato di deprivazione della sua infanzia, salvata dalla sua passione per la scrittura e la lettura, che le ha permesso di ottenere una borsa di studio e andare al college.

Quando la moglie di William lo lascia improvvisamente, e un segreto dell’infanzia di William viene fuori, facendo luce sulla depressione della madre e il precedente matrimonio di lei, avvenuto prima dell’incontro con il futuro padre di William, prigioniero tedesco, del quale lei si era innamorata al punto da scappare di notte, senza valigia né bagaglio, se non l’ansia di rivederlo e la paura di essere scoperta, Lucy accetta di fare un viaggio con l’ex marito. Dietro l’apparente facciata di donna benestante, la defunta suocera nascondeva una persona che veniva dallo stesso ambiente di proletari di Lucy, una ragazza che si era fatta strada, negli anni 30 del Novecento, grazie alla sua sfacciata e provocante bellezza, nel modo migliore che hanno da sempre le ragazze belle e povere, trovare un marito ricco, capace di riscattarle dalla miseria emotiva e dalla deprivazione fisica. Catherine, la madre di William, giocava a golf e prestava le sue camicie a Lucy, presentandola come la ragazza che “è venuta su dal niente”, in un modo condiscendente e fastidioso, e poi, alla fine, si scopre che anche lei proveniva dallo stesso niente, come Lucy.

La rivelazione sulle origini della madre apre crateri dentro le difese di William, uomo affettuoso ma traditore seriale, che cerca in Lucy il ricordo della sua propria giovinezza perduta, il girare intorno agli indizi in attesa della scoperta sulla sorella perduta che la madre ha lasciato da piccola per correre dal padre di William. Il viaggio che insieme intraprendono svela a entrambi il loro legame resistente alle vite diverse, al rancore e ai tradimenti di quando erano ancora sposati. Insieme si confessano i torti subiti e le ferite inflitte all’altro, con il distacco che ti dà l’aver imparato ad accettare la fallibilità del rapporto di coppia, le bugie mascherate dalla paura di cambiare, di restare soli. L’analisi del loro rapporto finisce per diventare l’accettazione dei loro limiti, nella certezza che ormai non devono più mentirsi e possono accettarsi.

L’amore è solo una parte, a volte fragile, del tessuto connettivo alle base delle relazioni, e alla fine, forse quello che conta è fare pace con le nostre contraddizioni e ambivalenze, sapendo che siamo tutti bisognosi di essere visti, con le nostre ferite che nascondiamo, furiosamente, la nostra luce oscura, il nostro incessante desiderio di essere perdonati.

Ma quando penso OH William! non voglio dire anche Oh Lucy!?

Non voglio dire Oh Tutti Quanti, Oh Ciascun Individuo di questo vasto mondo, visto che non ne conosciamo nessuno, a partire da noi stessi?

Tranne forse un pochino, un minimo sì.

Però siamo tutti misteriose costellazioni di miti. Siamo tutti un mistero, ecco cosa voglio dire.

Potrebbe essere l’unica cosa al mondo che so per certo.

Marilena Votta

Marilena Votta nasce a Napoli e trascorre la sua infanzia e adolescenza in un luogo fatto di sole accecante e ombre altrettanto tenaci. Ha pubblicato le raccolte di racconti Equilibri sospesi, La ragazza di miele e altre storie (Progetto Cultura, 2016) e Diastema (Ensemble, 2020), e la raccolta di poesie Estate (Progetto Cultura, 2019). Il suo racconto “Fratello maggiore fratello minore” è stato pubblicato nell’antologia “Roma-Tuscolana”. Alcuni suoi racconti sono disponibili su varie riviste on line e cartacee. Nell’ottobre 2021 pubblica il suo primo romanzo, Stati di desiderio, con D editore. Del suo rapporto con la scrittura asserisce, convinta, che è il suo posto nel mondo. Scrive recensioni di libri che ama per "Dentro la lampada", la rivista della scuola Genius.

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