Tre ore dopo essere morto, Hans Kleber, orologiaio svizzero di settantacinque anni, si svegliò ad Austin, Texas, USA, in casa e nel corpo di Jim Appleby, allevatore di mucche, affetto da una brutta influenza presa mentre radunava le vacche disperse durante un temporale.
In compenso Jim, che si era sempre vantato della sua sana e robusta costituzione, aprì gli occhi urlando, spaventando tutta la famiglia della signora Christine La Porte, 84 anni, nel cui corpo si era risvegliato, circondato dall’affetto dei suoi, suoi di lei ovviamente, cari. La povera Christine, invece, era finita in una remota regione del Kirghizistan.
Furono solo i primi di una lunga serie di errori che la Morte, a quanto pare, stava facendo in tutto il pianeta. Non solo nessuno moriva più ma oltre tutto, tutti si ridestavano nei corpi sbagliati.
Il problema era serio, la confusione totale, soprattutto quando il fenomeno coinvolse alte sfere e politici di un certo livello. Un vescovo brasiliano, morente, si risvegliò nei panni di una prostituta thailandese malata di Aids, mentre il suo posto fu preso, diciamo, da un noto ubriacone di Salerno, che prese a bestemmiare non appena riavutosi, facendo sobbalzare mezza Manaus.
Inevitabilmente Dio chiamò a rapporto la Morte, chiedendo spiegazioni su quel casino.
– Allora? Fece Dio, senza neanche salutarla, si può sapere che stai combinando?
La morte si grattò il teschio, scosse la testa e disse:
– Non lo so, capo, è un periodo che… Non so se me la sento ancora
– Ma che cavolo dici? Ma ti rendi conto di quello che sta succedendo?
– Sì, capisco, capisco, ma… Mi sembra tutto così ripetitivo… Tutto così inutile.
– Ma come inutile, se tu non fai il tuo lavoro qui non andiamo avanti. Capisci? Se nessuno muore, la Terra mi si riempie in un mese al massimo. E oltre tutto me li hai tutti mischiati, e che cavolo…
– Lo so Capo, lo so, ma io sto proprio male, capisci? Dormo di giorno, sto sveglia di notte, e vedo tutto nero, nero… non vedo futuro…
– Senti, sei la morte, ma che futuro vuoi vedere? Aspetta, disse Dio aprendo un cassetto, prendi un paio di queste. Non le ho inventate io, ma sembrano funzionare.
E gli allungò una scatolina di Zoloft.
– E se non bastano prendi pure questi ansiolitici, disse passandogli un pacchettino bianco
– Ma so’ supposte
– Embè?
– Beh, capo, io dove me le metto?
– Ah, già, sei senza culo. Vabbè, passa a questo antidepressivo, caso mai. E porse alla morte una confezione di Cymbalta.
Passarono solo due giorni. Poi la Morte, come rasserenata, le orbite addolcite da una piega dell’osso frontale, vestita con un caffettano arcobaleno, radunò Hans Kleber, Jim Appleby, Christine La Porte e tutti gli altri, sottraendoli fulmineamente alle nuove famiglie.
– Mi spiace, spiegò inclinando vezzosamente il teschio, ma voi non appartenete più né al regno dei vivi né a quello dei morti.
– E quindi? fece uno.
– E quindi starete qui e faremo fiesta per sempre! Disse la Morte iniziando a ballare sul posto, con le ossa che tintinnarono tetramente. Non siete contenti?