Gli anni che passano

Due persone si sposano; passa un anno, ne passano due e, sulla loro strada, cominciano a spuntare delle buche.

Claudia Colaneri conduce laboratori di scrittura collettiva per disabili adulti con ritardo mentale. La sfida consiste nel trattare temi “alti”. Ecco quello che può succedere in un normale incontro:

Due persone si sposano; passa un anno, ne passano due e, sulla loro strada, cominciano a spuntare delle buche.
Ogni anno passa più carico e pesante, lasciando buche sempre più profonde.
A un certo punto, il ragazzo e la ragazza si ritrovano su marciapiedi opposti e non possono attraversare la strada perché è pericoloso: ci sono le buche.
Nessuno dei due può farcela da solo; ma ognuno di loro pensa che l’altro, se veramente lo ama, dovrebbe tentare di raggiungerlo. Allora restano lì, ad aspettare che l’altro attraversi la strada e, nel frattempo, si sentono soli e non amati.
Intanto gli anni aumentano e così anche le buche.
Ciascuno sul suo marciapiede, prima si annoia, poi si spazientisce, si arrabbia e minaccia di allontanarsi.
Finché, sulla strada, non passa un breve momento, carico di ricordi. Guardandolo fare zig zag tra le buche, i due si inteneriscono e comincia a scendere anche qualche lacrima; sia di qua che di là.
Ben presto, la strada si allaga con le lacrime delle gioie passate e dei dispiaceri di oggi. L’acqua sale fino a coprire le buche e inizia a scorrere. Il breve momento carico di ricordi si trova allora in difficoltà e il ragazzo e la ragazza entrano in acqua per soccorrerlo. Nuotano sopra le buche e sfidano la corrente; alla fine si raggiungono. Salgono sul momento carico di ricordi e lo guidano fino alla riva.
Una volta asciutti, usano i ricordi belli per coprire le buche e ricominciano a camminare insieme, seminando altri ricordi, nel caso dovessero servire per coprire le buche che si formeranno al passaggio degli anni.

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Claudia Colaneri

Claudia Colaneri lavora in ambito sociale come operatrice e formatrice, specializzata in teatro integrato, metodo autobiografico, scrittura creativa, musicoterapia. Per lei, scrivere è una forma di comunicazione non autoreferenziale, ma interpersonale. Quando la scrittura viene messa al servizio degli altri non è più solo arte, ma diviene un fenomeno sociale e un potentissimo atto rivoluzionario.

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