Ma in letteratura – secondo voi, amici e scrittori geniali, chi lo decide che cosa è autentico e che cosa non lo è. Beh lo decide il gusto dei lettori, io credo, tenendo conto però che il gusto letterario, artistico cambia nel tempo, e anche parecchio. Prendiamo per esempio Riso amaro, che combinazione mi sono trovato a rivedere proprio ieri e che ho trovato molto, molto invecchiato, quasi insostenibile al gusto di oggi con quelle mondine che sembrano sempre in posa, con quella sceneggiatura melodrammatica e macchinosa, con quella retorica pauperistica che trasuda da ogni inquadratura… Eppure, all’Italia del 49, uscita da poco dalla guerra, quella storia piacque, emozionò, parve vera, uomini e donne si identificarono nei personaggi, eccome, le immagini e le icone di quel film entrarono con prepotenza nel nostro immaginario (la Mangano che balla è entrata anche in un film di Nanni Moretti), il film fu un grande successo e molti critici – non tutti – lo considerarono un capolavoro. Non voglio accanirmi con Riso amaro che inquadrato storicamente resta un film importante, ma solo come esempio per dire che l’autenticità – cioè il gusto – è una questione complicata. Quel che appare autentico a noi, oggi, fra 70 anni probabilmente apparirà non meno invecchiato di come appare Riso amaro a noi oggi. Quindi, per tornare a bomba, lo decide il pubblico, ciò che è autentico e ciò che non lo è, cioè lo decide il lettore/lo spettatore, lo decide in qualche misura – minore di quel che si crede – la critica che esce sui giornali, la critica del tempo e quella che verrà. Critica e pubblico avanzano insieme, magari un po’ disallineati nel tempo qualche volta, ma nella stessa direzione… per esercizio vi propongo di stilare una lista dei 3 film più invecchiati della storia del cinema che avete visto, spiegando telegraficamente le relative motivazioni. Alla prossima.
“Underjungle” di James Sturz – traduzione di Ilaria Oddenino (Blu Atlantide)
Una struggente, lirica meditazione sui confini delle specie viventi, sulla perfezione del contatto tra creature e il dolore devastante di perdere quella felicità perfetta.