Ho conosciuto Adriano Angelini Sut perché abbiamo pubblicato dei romanzi nella stessa casa editrice, quella di Alberto Gaffi al quale va riconosciuto l’occhio lungo nello scegliere i suoi autori. Ho partecipato qualche tempo fa alla presentazione di Jackie, una bella biografia di Jacqueline Kennedy Onassis, e ho letto un suo romanzo generazionale, L’ultimo singolo di Lucio Battisti, che parlava in modo inconsueto della Roma negli anni ’70 tra politica e formazione. Prima aveva scritto per Perrone Mary Shelley e la maledizione del lago, dimostrando di sapersi muovere con bravura tra diverse forme e generi. Ha da poco pubblicato un nuovo romanzo, Imago Lux (Ensemble 2020), per molti versi sorprendente, che inserisce storie di possessioni demoniache, eresie, esorcismi, nella realtà contemporanea. E mi è venuta voglia di farci la solita chiacchierata che imbastisco con gli autori che mi colpiscono.
Con Imago Lux ti sei avvicinato a un genere horror moderno che lascerà il lettore molto inquieto. Sei un appassionato del genere?
Sì, infatti quando ho scritto Mary Shelley e la Maledizione del Lago avevo già in mente che avrei scritto una storia horror, avevo solo bisogno di una intuizione. E soprattutto volevo scriverla con un occhio all’horror degli anni ’70 e ’80 che era più riflessivo e meno splatter fine a sé stesso, come quello dei giorni nostri.
Leggendolo mi è venuto subito in mente un film, Rosemary’s Baby, anzi almeno due, anche Eyes Wide Shut, forse addirittura tre, L’esorcista… il cinema ha già provato a raccontare in qualche modo la trama che c’è dietro Imago Lux?
Hai colto perfettamente nel segno, il libro è anche un grande omaggio che ho reso a Roman Polanski, che è il mio regista preferito assieme a Christopher Nolan. Nella storia ci sono continui richiami, non espliciti ovvio, a quel film del ’69, Rosemary’s baby e al romanzo di Ira Levin da cui è tratto. Poi certo l’Esorcista (di un altro immenso regista, William Friedkin) e persino Eyes Wide Shut può entrarci in qualche modo. Te ne aggiungo un altro, sempre di Polanski, La Nona Porta, con Johnny Depp, anche lì il diavolo la fa da padrone. Sì, il cinema c’ha provato tante volte, ma in pochi selezionati casi è riuscito, secondo me, a confezionare un prodotto convincente e duraturo.
Cosa pensi dei libri che hanno affrontato atmosfere simili, tipo Angeli e demoni di Dan Brown?
Ci pensavo ieri, perché mi sono venuti in mente i gesuiti che oggi spadroneggiano in Vaticano (e non solo). Non sono molto addentro alle vicende cattolico romane, ma credo che ogni tot anni si diano il cambio al potere, un po’ Opus Dei, un po’ seguaci di Ignazio di Loyola. E Dan Brown ha avuto il merito di ricordarci con parole semplici che quello è un luogo dove le lotte intestine sono più tremende di quelle contro il Maligno, che in teoria dovrebbe essere il loro nemico. I suoi sono buoni libri d’intrattenimento che ho letto e che in fondo hanno perfino aperto una certa discussione.
La prima parte del romanzo si svolge negli anni ’60, poi la storia giunge fino a noi, dalle comuni hippie alla pandemia, qual è il filo che lega queste storie così apparentemente lontane?
Non c’è un filo perché i personaggi vengono scelti a caso. Però mi serviva far capire che in epoche diverse, in cui i giovani vivevano realtà diametralmente opposte (una ragazza del ’68 e una del 2020 sono imparagonabili in quanto a stile di vita e voglia di fare esperienza), il filo conduttore della realtà che li e ci circonda era ed è sempre lo stesso. Un mondo ostile che li schiaccia.
Dal libro viene fuori un giudizio sostanzialmente negativo delle vicende che negli anni ’60 e ’70 hanno coinvolto molti giovani che facevano esperienze di vita in comune al di fuori degli schemi borghesi. Tutto da condannare?
No, assolutamente no. La mia non è una scelta ‘politica’. Se io avessi avuto 18 anni nel ’68 sarei finito in una comune, sarei andato a Woodstock, mi sarei fatto di acidi e LSD, avrei urlato ai concerti di Hendrix, avrei ascoltato le meraviglie di Sid Barrett, le evoluzioni stratosferiche di Dennis Wilson dei Beach Boys (ricordo che un pezzo ‘cosmico’ come Misirlou è del 1963), avrei votato Robert Kennedy, avrei fatto la marcia di Martin Luther King. Il punto però è che dopo aver letto il libro di uno degli esponenti più in vista del movimento americano di quegli anni, Ed Sanders, cioè La famiglia (Feltrinelli), sulla follia del gruppo di Manson e compagni ho trovato uno spunto direi impeccabile per inquadrare alcune storture di quel periodo che secondo me non si possono tacere.
Eva, Liliana (quasi Lilith), Luc (quasi Lucifero), i personaggi hanno nomi che evocano richiami biblici e tutto il romanzo è intriso della lotta tra Bene e Male, ma in una forma diversa da quella ormai abituale del noir, c’è in mezzo la realtà escatologica, oltre la vita quotidiana…
Sì perché in realtà la vita quotidiana, secondo me, è tutta escatologica, anche se non lo percepiamo. Siamo in ogni istante immersi in questo costante monotono sottotraccia della lotta fra elementi di bene ed elementi di male che risultano inseparabili e che invece siamo noi che dobbiamo saper riconoscere, leggere, interpretare e poi separare, lì dove possibile. Il mio adagio, oggi almeno, è questo: tendiamo al bene mossi dal male (il peccato originale), un gran casino se ci pensi. Forse hanno ragione i monaci tibetani; non fare nulla è l’unica via di salvezza sicura, impariamo a meditare e a osservare questo mondo illusorio, distanziandocene sempre più… (sto scherzando, forse!) .
Una delle scene più importanti si svolge a San Pietro mentre il Papa sta celebrando la messa nella Basilica praticamente deserta durante il lockdown. È un’immagine potente che dà proprio l’impressione di un combattimento in corso tra Bene e Male. Cosa hai pensato vedendola?
È stata una geniale intuizione del mio editor (Ignazio Pappalardo). La scena dell’esorcismo a Castel Sant’Angelo (che già esisteva), inserita nel contesto della pandemia con Roma in lockdown e il papa che prega da solo sotto la pioggia, nella piazza vuota. Una immagine lovecreftiana potentissima che non potevo non provare a descrivere. Spero di esserci riuscito.
Hai scelto di scrivere una vicenda che tiene insieme molti fili, storici, teologici, ma non politici, pensi che in una storia come questa i governanti delle nazioni siano sostanzialmente fuori gioco?
No no. Guarda, proprio qualche giorno fa è morto un grande storico, Giorgio Galli, che ha scritto libri importantissimi sul rapporto fra potere politico e mondo esoterico. I suoi libri imprenscindibili sono sul nazismo e il comunismo e il loro rapporto con l’esoterismo e la magia. I politici, inutile che l’attuale presidente del consiglio faccia le battutine, agiscono sempre col favore delle tenebre, nessuno escluso. E soprattutto nessun sistema, dalle dittature più feroci alle democrazie più libere è immune all’influsso dell’ombra. Almeno io questo penso.
A parte quello che racconti in Imago Lux, credi che esista davvero il diavolo?
Qui ti devo dare una risposta doppia. Da non credente ti dico di no, e penso che tutto ciò che consideriamo male o maligno sia semplicemente, purtroppo, un punto di vista. E che la teoria della relatività di Einstein da un lato e il principio di indeterminazione di Heisenberg dall’altro abbiano spalancato abissi morali, etici, e politici da cui ancora non ci siamo ripresi. Poi se vuoi la risposta da quella parte di me da cui, ogni tanto, mi arrivano dei segnali animici (illusione, età che avanza, inganno della speranza?) ti dico che se mi guardo bene intorno io il Maligno lo vedo sempre più all’opera. Sempre più sfacciato e invincibile. Sempre più calato nella sua parte di falso propugnatore del Bene, soprattutto economico, morale, etico, sociale e pseudo culturale. Ma qui mi fermo che è meglio.