Come trasformo Carlo Verdone in gelato

... non è un gusto di gelato, è tutta la vetrina.

Carlo Verdone non è un gusto di gelato, è tutta la vetrina. L’assortimento completo con doppia panna sotto e sopra.

Ai romani succede con lui un po’ come accade con il nostro gelato. La qualità del prodotto è ormai in secondo piano rispetto all’affettività sedimentata nel tempo. Questo rapporto si crea film dopo film, gelato dopo gelato di generazione in generazione, fiducia qualità e rispetto attese e soddisfatte anno dopo anno.

A un romano non interessa altro che zabaione, cioccolato e doppia panna, panna gratis ovviamente. Saporiti, che si sentano, che facciano ricordare la qualità e la semplicità dei tempi di una Roma che non c’è più, se non in sottili scorci tra le vie o seduti in sala davanti a un film di Verdone, dove i romani riversano il loro desiderio di essere rappresentati nel migliore dei modi, pregi e difetti.

Così davanti al cinema vi chiedete cosa sia quel retrogusto amaro che vi resta in bocca a film concluso, o mentre buttate i fazzoletti nel cassonetto fuori dalla gelateria a gelato finito prima di salire in macchina. Realizzate che in quell’amaro c’è il sapore della vita che fa il suo corso, dove ogni gioia viene vissuta a pieno solo se si è consapevoli dell’amaro corrispettivo del dolore.

Ma lo sapete bene, un gelato va gustato tutto anche se finisce, artigianale e naturale, perché non c’è blockbuster che tenga se in sala proiettano Verdone.

E quando la battuta non è perfetta o lo zabaione ha una punta di zucchero di troppo, tutto è perdonato perché per il romano, ai suoi monumenti personali, tutto è concesso.

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Andrea Fassi

Pronipote del fondatore del Palazzo del Freddo, Andrea rappresenta la quinta generazione della famiglia Fassi. Si laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali coltivando l’interesse per la scrittura. Prima di seguire la passione di famiglia, gira il mondo ricoprendo diversi ruoli nel settore della ristorazione ed entrando in contatto con culture lontane. Cresciuto con il gelato nel sangue, ama applicare le sue esperienze di viaggiatore alla produzione di gusti rari e sperimentali che propone durante showcooking e corsi al Palazzo del Freddo. Ritorna al passato dando spazio al valore dell’intuito invece dei rigidi schemi matematici in cui spesso oggi è racchiuso il mondo del gelato. Combina la passione per il laboratorio con il controllo di gestione: è l’unico responsabile del Palazzo del Freddo in qualità di Amministratore Delegato e segue la produzione dei locali esteri in franchising dell’azienda. In costante aggiornamento, ha conseguito il Master del Sole 24 Ore in Food and Beverage Management. La passione per la lettura e la scrittura lo porta alla fondazione della Scuola di scrittura Genius nel 2019 insieme a Paolo Restuccia, Lucia Pappalardo, Luigi Annibaldi e ad altri editor e scrittori. Premiato al concorso “Bukowsky” per il racconto “La macchina del giovane Saleri”, riceve il primo premio al concorso “Esquilino” per il racconto “Osso di Seppia” e due menzioni speciali nei rispettivi concorsi “Premio città di Latina” e “Concorso Mario Berrino”. Il suo racconto “Quando smette di piovere”, dedicato alla compagna, viene scelto tra i migliori racconti al concorso “Michelangelo Buonarroti”. Ogni martedì segue la sua rubrica per la scuola Genius in cui propone racconti brevi, pagine scelte sui sensi e aneddoti dietro le materie prime di tutto il mondo. Per la testata “Il cielo Sopra Esquilino” segue la rubrica “Esquisito” e ha collaborato con il sito web “La cucina italiana” scrivendo di gelato. Docente Genius di scrittura sensoriale, organizza con gli altri insegnanti “Il gusto per le storie”, cena evento di degustazione di gelato in cui le portate si ispirano a libri e film.

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