Lettera di resa

... una “Modello basic” e l’altra “Modello extra long and large”...
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Spett.le Soc.                                                                                                  17/11/2002

Pubblica Assistenza e Mutuo Soccorso

Via C. Battisti, 3

57016  ROSIGNANO MARITTIMO (LI)

OGGETTO: Resa merce.

In considerazione del fatto che la mia famiglia è da sempre V/s cliente per vari servizi svolti in modo egregio negli ultimi anni, con la presente io, Tiziana Gardini in Morelli, figlia di Corrado Gardini (cimitero di Vada, campo C, fila 22, loculo 14), chiedo che veniate a riprenderVi la bara “modello basic” che i V/s dipendenti hanno lasciato nella casa di quest’ultimo in Via Aurelia, n° 116 1° piano frazione di Vada (LI) il giorno 25/10 ultimo scorso.

Tale resa è dovuta al fatto che mio padre era alto m. 1,98 con spalle proporzionate, direi atletiche, se non fossero, ahimè, ormai cadaveriche.

Quando ho telefonato, quella domenica mattina, l’ho fatto presente, ma i V/s addetti sono arrivati prontamente con la suddetta bara che, dopo qualche tentativo, è risultata inadatta allo scopo.

Dopo qualche ora di ricerche in tutta la provincia è arrivata finalmente una seconda bara più consona alle sue dimensioni, ma, una volta completata la sistemazione in loco, i V/s addetti l’hanno dimenticata appoggiata alla parete e se ne sono andati prima che io rientrassi in camera e mi accorgessi della cosa.

Inutile, quindi, la mia telefonata in sede (era domenica e i volontari se ne erano andati dall’ufficio, come mi ha spiegato l’indomani una V/s segretaria). Così tra tutti abbiamo spostato la bara inutile nella camera accanto, nell’attesa che veniste a riprendervela.

Nella confusione della situazione la bara “Modello basic” è stata dimenticata ma, comprenderete, tutto è stato troppo veloce.

La sera precedente avevo telefonato a mio padre per accordarci, come sempre, sul pranzo del giorno dopo.

Dopo la morte di mia madre 3 anni fa, che voi avete seguito con solerzia e gentilezza, lui era rimasto solo a gestire a 70 anni la sua vita e devo dire che ci riusciva bene: teneva pulita e in ordine la casa, faceva la spesa e il bucato. Non sapeva stirare, ma per questo pagava una vicina quando ne aveva bisogno.

Cucinava divinamente da quando era giovane e ogni domenica invitava a pranzo mio marito e me. Faceva il ragù, sempre, e un secondo di carne che variava ogni volta: cucinava il pollo spesso, il coniglio quando lo trovava dai contadini, il roastbeef di tanto in tanto.

Quel sabato sera, alla mia domanda “Come stai, babbo?” aveva risposto: “Ma, che ti devo dire, sto bene, vado tutti i giorni a giocare a bocce, faccio le solite cose in casa ma… mi è venuto a noia, non mi diverto. Magari mi addormentassi e non mi svegliassi più”.

“Ma che dici” gli ho risposto “Falla finita, dai, ci vediamo domani”.

Ma quel tono non mi era piaciuto.

Mi era venuto in mente lo zio Guido Gardini (cimitero di Vada, campo A, fila 8, tomba a terra n° 16) morto 10 anni fa. Era diabetico ma si trascurava, mangiava e beveva tutto quello che gli andava e diceva sempre: “Non posso vivere da malato per morire sano, quando è il momento, un colpo e via!” Infatti a 68 anni gli si sono rotte le coronarie e in poche ore è morto. Non ha sofferto per niente e la morte è arrivata come lui la voleva. Mentre la moglie, zia Pina Gentili vedova Gardini, ha sempre detto, fin da giovane, anche a me che ero bambina: “Dobbiamo pensare a quando saremo vecchi e rincoglioniti!” e infatti ora, a 85 anni, è da tempo malata di Alzheimer.

Quando quella domenica siamo entrati nel suo appartamento, aprendo con la mia chiave, non ho sentito il solito profumo di ragù, allora sono andata in camera e ho visto che, purtroppo, il mio disagio della sera prima aveva un senso: mio padre era ancora a letto, in pigiama, con l’espressione serena sul volto ma ormai freddo.

Il resto lo sanno i V/s addetti che, da me chiamati, sono arrivati tempestivamente e con gentilezza si sono adoperati alla bisogna, così come 3 anni fa con mia madre, Luciana Magni in Gardini (cimitero di Vada, campo C, fila 22, loculo 12). Ora che mi sovviene, anche lei diceva sempre: “Se penso al futuro non mi vedo vecchia, mi sa che morirò prima”. E infatti aveva solo 60 anni quando un’auto l’ha investita sulle strisce vicino casa in modo letale.

I parenti, avvertiti da mio marito, sono arrivati, sorpresi e costernati, ma dopo un po’ hanno iniziato a dirmi: “Fatti coraggio, pensa che tuo padre non ha sofferto, è passato dal sonno alla morte. Che bel modo di andarsene!”. Ma a me mancava già tantissimo.

Capirete che, in tutta questa confusione, della seconda bara mi ero proprio dimenticata, ma stamani ho ricevuto la V/s fattura relativa alla fornitura di n° 2 bare: una “Modello basic” e l’altra “Modello extra long and large” e non intendo pagare merce non utilizzata.

Quindi allego alla presente copia del bonifico relativo alla sola bara effettivamente usata con l’invito a contattarmi per il ritiro del “modello basic” in data e orario da concordare.

Distinti saluti,

Tiziana Gardini in Morelli

P.S. Nello scrivere ho ripensato anche a mio cugino Massimiliano Gardini, (cimitero di Cecina, campo A, fila 10, loculo n° 30) pilota di moto GP, che diceva sempre: “Corro per morire, se poi vinco va bene lo stesso” e infatti a 35 anni si è schiantato contro un guard rail di una strada locale molto tranquilla.

Quindi, visto che il “Modello basic” è consono alle mie misure e, in considerazione che mi sto avvicinando sempre di più ai 100 anni, età da me stabilita per andarmene, e sperando, come per gran parte dei miei familiari, di essere accontentata dalla Morte, non è che potremmo evitare le noie della resa in cambio di uno sconticino sul prezzo? Un 30% in meno sarebbe molto gradito.

In attesa di una V/s risposta positiva, porgo speranzosi saluti.

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Prita Grassi

Nata il 25 giugno del 1956, da sempre ama scrivere finché nel 1998 partecipa al suo primo laboratorio di Scrittura creativa a Firenze con Lidia Ravera. Da lì lo scrivere diventa amico quotidiano della sua vita: nel 1999 pubblica il romanzo breve “Due”, negli anni successivi segue molti altri laboratori finché nel 2004 inizia a condurre lei e ancora lo fa con grande soddisfazione sua e dei tanti partecipanti incontrati. Nel 2015 è uscita da lei curata un’antologia di racconti prodotti in alcuni dei suoi laboratori. Nel 2021 ha tenuto il suo primo laboratorio all’isola carcere Gorgona a una dozzina di detenuti che hanno scritto racconti sul loro rapporto con gli animali, che sono stati pubblicati da Carmignani Editrice nel libro “Animali che salvano l’anima” finanziato dalla LAV (Lega Anti Vivisezione). Nel 2022 conduce un altro laboratorio a Gorgona, dove altri detenuti scrivono racconti a tema lavoro. Dal 2016 segue le scuole di scrittura Omero prima e Genius poi dove si diverte a scrivere racconti e ad ascoltare quelli degli altri.

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