Se non siete ancora capaci di mettere in scena una situazione normale e quotidiana (una cena, un incontro al bar o al supermercato fra due amici, una lite coniugale, ecc.), evitate di lanciarvi in narrazioni complesse, stratificate, piene di punti di vista, di personaggi, metaletterarie (romanzo nel romanzo) ecc. I personaggi traeteli perlopiù dalla vostra esperienza, dalle persone che conoscete, saranno certamente più credibili che se li inventate di sana pianta. Non vi sto dicendo di non inventare, ma fatelo con moderazione, per gradi, soprattutto all’inizio, e soprattutto non dimenticate la verosimiglianza, la coerenza psicologica; se un personaggio è stronzo e cinico per metà racconto, non fatelo diventare improvvisamente virtuoso e buono senza ragione, senza una opportuna preparazione al cambiamento (morale, emotivo…). Alla prossima.
“Come arcipelaghi” di Caterina Perali (Neo. edizioni)
Senza pretendere di dare risposte, il romanzo racconta un frammento delle storie di alcune donne e delle loro famiglie elettive, i loro legami forti e la loro presenza reciproca nei momenti più importanti dell’esistenza.