E cercate di trovarvi un “maestro”! Un intellettuale, un critico, uno scrittore, meglio se è più grande di voi e quindi libero da ragioni concorrenziali e antagonistiche. È importante avere un maestro – una guida – che capisce e ama quello che scrivete, o quello che, nella sua mente, potreste scrivere, e senza secondi fini vi dà le giuste dritte. Non seguite i consigli del primo venuto, soprattutto se è un neofita come voi, uno scrittore alle prime armi. Io ho avuto la fortuna di avere un paio di Maestri di alto livello, e molto generosi. È classico dei maestri avere un carattere non facile, magari bizzoso, di incoraggiarvi talvolta con entusiasmo, talaltra di bastonarvi senza pietà. Il giudizio del maestro è spesso lapidario, magari anche per mancanza di tempo, contestatelo solo quando è necessario, non diventate assillanti. Cercate di mettere a frutto i suoi suggerimenti anche se scomodi e non vi scoraggiate se è severo con voi. Può non farsi vivo per anni perché avete pubblicato un libro che lui/lei giudicava “sbagliato”, il maestro. Insomma, il rapporto con il maestro non è quasi mai in discesa. Ma è indispensabile.
“Come arcipelaghi” di Caterina Perali (Neo. edizioni)
Senza pretendere di dare risposte, il romanzo racconta un frammento delle storie di alcune donne e delle loro famiglie elettive, i loro legami forti e la loro presenza reciproca nei momenti più importanti dell’esistenza.